Elena Donazzan, assessore regionale alla Formazione e al Lavoro fin dai tempi di Giancarlo Galan, dal 2005 cioè, proprio per il ruolo istituzionale che ricopre da più di tredici anni promuove la meritocrazia.
Non a caso nel 2009, dopo essere stata dirigente nazionale di Azione Giovani, premiò da assessore con 15.000 euro della Regione Veneto, quindi dei veneti, l’associazione Strade d’Europa per un suo libro «Europa: unita, libera, forte. 1989/2009. 20 anni dalla caduta del muro di Berlino», distribuito a spese della regione nelle scuole.
Il volume, a parte la lecita visione di destra che fece dimenticare all’autore, premiato per meritocrazia, di citare fascismo e nazismo antesignani di quel muro e portò ad identificare le croci celtiche come semplici simboli della «spiritualità irlandese», dimostrò, però, ad un semplice esame di essere un copia e incolla di vari testi.
Tra i testi copiati c’era anche un intervento di un parlamentare in un convegno di Azione Giovani, di cui fu presidente provinciale Silvio Giovine, attuale assessore alle attività produttive di Vicenza con delega, guarda caso, al lavoro (anche o soprattutto quello di Juri Devigili?), lui che dell’assessora al lavoro Elena Donazzan, anch’essa da sempre ammiccante al ventennio che fu, non ha smesso di essere capo della segreteria.
E questo nonostante che ai suoi assessori avesse chiesto il full time il sindaco Francesco Rucco, a cui l’Elena di Venezia non è, poi, così riconoscente visto l’attacco duro, che gli ha sferrato per Campo Marzo complice, ipotizzava il 29 dicembre il GdV, un qualche seggio in provincia di Vicenza negato dalla coalizione che sostiene il presidente Rucco ai suoi fedeli a cui l’assessora tiene a trovare giusta collocazione magari per meritocrazia politica.
E nel giro storico nostalgico di Donazzan c’è, infatti, Alessandro Benigno, salito alle cronache nazionali (foto) per il suo saluto fascista il 25 aprile del 2011, (ovviamente “una goliardata” per Elena, che, però, dava “sfogo ai suoi rigurgiti fascisti” secondo l’europarlamentare leghista Mara Bizzotto che, forse, sarà ora, come passa il tempo, gelosa della sua corte a Matteo Salvini.
Oggi Benigno, nel clima di meritocrazia imperante, anche lui da sempre amico di Giovine (“camerata” per l’assessora più vecchia del Veneto?), si occupa dell’ufficio stampa della Ulss 8 Berica (diretta da Giovanni Pavesi, che era dg della Ulss 17 il cui piccolo ospedale di Este evitò con un ricovero l’arresto di Galan) per conto della Meneghini & associati di Vicenza, sostentatrice pubblicitaria di alcune testate vicentine (Vvox e Asiago magazine) ma, soprattutto, leader storica nel settore della comunicazione per le aziende sanitarie.
Ora la Meneghini è rientrata, per meritocrazia e relazioni, anche in quella vicentina, dopo un break post galaniano, chiudendo un cerchio storico di fatto mai interrotto come testimoniò la sfida – non sfida di Lia Sartori ad Achille Variati nel 2008 (per non parlare della altrimenti incomprensibile parodia a cui nel 2013 si prestò Manuela Dal Lago) e come attesta la lunga carriera della “creatura politica” di Berlato (non tutte le ciambelle vengono col buco) che lo abbandonò, quando l’allora eurodeputato del Pdl ebbe il coraggio di denunciare addirittura il doge di Venezia, grande amico di Berlusconi
Ebbene, tra libri copiati e sponsorizzati con i soldi dei veneti e collocazioni in ruoli, che poco hanno a che vedere con gli uffici di… collocamento, è chiaro, quindi, il profilo di chi viene premiato per meritocrazia così come intesa dall’assessore al lavoro (e alla… formazione) del Veneto: essere Benigno e Giovine.
E magari nostalgici
(In copertina Donazzan partecipa ad una celebrazione con bandiera della R.S.I.,)