Il tentativo annunciato a maggio dal presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe di stabilire un iter per completare entro pochi anni l’Unione bancaria europea entrerà in standby. Il tentativo di conciliare le posizioni divergenti all’interno del gruppo non avrebbe sortito gli effetti sperati ed è proprio il consenso sul dispositivo dell’Edis a mancare.
Per Edis si intende il sistema comune europeo di assicurazione dei depositi, che interverrebbe se non bastassero i fondi nazionali nel caso di una grave crisi bancaria in uno o più Stati membri. Secondo questo meccanismo, la riduzione del rischio sarebbe possibile solo attraverso una riduzione dell’esposizione delle banche al debito sovrano nazionale dei Paesi meno solidi, tra cui anche l’Italia, che dovrebbe quindi accettare di ridurre i titoli di Stato detenuti dalle banche sul proprio territorio o accettare che questi pesino negativamente sui criteri prudenziali di valutazione del rischio di quelle stesse banche. Naturalmente l’Italia e gli altri Paesi del Sud Europa si oppongono con forza a questa richiesta.
Dovendo “riconoscere che gli Stati membri stanno fronteggiando diverse sfide molto urgenti di natura sociale, economica e geopolitica”, l’obiettivo dei prossimi incontri sarà quello di stabilire un’intesa di massima sulla continuazione del lavoro per l’Unione bancaria europea e soprattutto riguardo le nuove regole sulla risoluzione ordinata delle crisi bancarie e sui sistemi nazionali di assicurazione dei depositi.
Fonte The Vision