Nel 1886, Edmondo De Amicis scrisse “Cuore,” un’opera che fu preceduta da un lungo periodo di gestazione – inizia con questo cenno l’intervento domenicale di Walter Mauriello, presidente di Meritocrazia Italia, che rielaboriamo per voi fedelmente ai concetti da lui espressi. Il libro raccoglie le pagine del diario di Enrico, un giovane alunno di terza elementare che si trova ad affrontare le complessità di un presente difficile, caratterizzato da profonde disparità sociali e dal dramma della guerra. Enrico condivide con noi la sua vita, i suoi rapporti con i compagni di classe e con gli insegnanti, chiamati a consolidare gli insegnamenti impartiti dalle loro famiglie.
È un viaggio straordinario nelle vite di tanti personaggi. Enrico incrocia il destino dei suoi amici, come l’incorreggibile Franti, il povero Grossi, figlio dell’erbivendola, Garoffi, figlio del droghiere con aspirazioni di diventare un commerciante di successo, e Nobis e Votini, provenienti da famiglie più agiate. Incontra anche Stardi, con la sua ferma determinazione che gli permette di ottenere una seconda medaglia.
Enrico è un bambino di terza elementare che guarda al futuro con realismo, affrontando le sfide all’interno di un microcosmo che riflette i problemi dell’intera nazione, delle famiglie, degli insegnanti e della politica sociale. Sente il peso della responsabilità di trovare il suo ruolo nella società e di essere un cittadino utile alla patria. L’amore per il proprio paese emerge con forza, e l’educazione è vista come un mezzo per servire la nazione.
Le varie componenti della storia sono unite in modo magistrale e raccontate con uno stile efficace e persuasivo, che lascia un’impronta nella memoria e trasmette con forza il messaggio che la storia vuole comunicare. Questo messaggio promuove l’impegno, il sacrificio e la costruzione di un futuro migliore per tutti.
Gli stessi valori che “Cuore” promuove sono quelli che Meritocrazia Italia cerca di incoraggiare, facendoli diventare la base di una nuova cittadinanza attiva. Lavorare per il successo personale non dovrebbe essere fine a sé stesso, ma dovrebbe contribuire al bene comune della comunità.
Se Enrico dovesse scrivere oggi, la sua visione sarebbe certamente diversa. Sarebbe difficile per lui percepire la forza della volontà di raggiungere obiettivi comuni indipendentemente da estrazione sociale e provenienza. Oggi, gli stereotipi sociali imposti da sconosciuti influenzano le tendenze sui social media, sostituendo l’importanza educativa della scuola e della famiglia. Il sogno di successo potrebbe perdere il suo cuore e la sua passione.
Tuttavia, dalla realtà attuale, possiamo ancora emergere, riacquistando la determinazione e la costanza, coltivando il desiderio di migliorarci e di contribuire al benessere degli altri. Dobbiamo aspirare alla realizzazione dei nostri obiettivi con la massima dedizione.
Se c’è qualcosa che dobbiamo fare diversamente, è mettere il cuore in tutto ciò che facciamo, andando oltre la logica, il desiderio di apparire, gli interessi individuali e l’egoismo sterile. Insieme, possiamo costruire un futuro migliore.
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Fonte elaborata: Metterci il cuore, sempre di Walter Mauriello
Qui tutte le note riorese dai comunicati ufficiali di Meritocrazia Italia