Oggi, giovedì 26 novembre, si è tenuta la riunione della Commissione Speciale Immigrazione della Conferenza delle Regioni delle Province autonome. Nel corso della videoconferenza, l’Assessore regionale ai Flussi Migratori della Regione del Veneto, Cristiano Corazzari, ha evidenziato il parere negativo al Decreto Legge 21 ottobre 2020 n.130, per la parte relativa alle modifiche sulla disciplina dell’immigrazione che, di fatto, cancella i Decreti cosiddetti “Sicurezza” dell’ex Ministro all’Interno, Matteo Salvini.
Un parere negativo che è stato condiviso con la Regione Lombardia, il Friuli Venezia Giulia e la Liguria. Nel corso della riunione si è sottolineato che un provvedimento del genere potrebbe avere effetti pesanti per il tessuto sociale, economico e sanitario della popolazione italiana. Con questo provvedimento vengono infatti ampliate le ipotesi in cui non sono ammessi il respingimento, l’espulsione o l’estradizione e viene reso di fatto impossibile il rimpatrio di molti dei migranti che arrivano in Italia.
“Non abbiamo mai sostenuto in Veneto un no pregiudiziale all’immigrazione, – ha commentato l’Assessore Corazzari – se però regolare e se rispondeva a criteri davvero umanitari. Chi viene con buone intenzioni e per rifarsi una vita ha sempre trovato le porte aperte e un sistema produttivo pronto ad accogliere. Con questo D.L. si ritorna invece a quel nefasto approccio che, dietro a una pretesa umanità, nasconde una deregulation e una tolleranza pelosa che trasforma l’Italia in un paradiso per scafisti, trafficanti di uomini, migranti esclusivamente economici e, perché no, anche malavitosi e financo terroristi come le recenti vicende, di cronaca nazionale e internazionale, testimoniano”.
“Mentre l’Europa – ha aggiunto l’Assessore – sta a guardare e mentre molti Paesi chiudono i confini (vedi la Francia), noi riapriamo porti e porte, lanciando sull’altra sponda del Mediterraneo messaggi, del tipo: ‘Venite, perché qui non ci sono controlli’. Le conseguenze sono intuibili e sono già sotto i nostri occhi”.
Per il diniego di rimpatrio, il D.L. introduce nuove discriminanti: trattamenti inumani e degradanti, rischio di violazione del diritto al rispetto della propria vita privata e familiare. Definizioni giudicate generiche, che consentono interpretazioni pericolosamente estensive e discrezionali ripristinando così, di fatto, il soggiorno per motivi umanitari. In tutto il provvedimento viene sancita la discrezionalità di chi esaminerà la pratica. Inoltre, vengono introdotti permessi di soggiorno per protezione speciale, per calamità, per residenza elettiva, per acquisto della cittadinanza o dello stato di apolide, per attività sportiva, per lavoro di tipo artistico, per motivi religiosi e per assistenza a minori e persino i permessi climatici.
Il D.L. tende a riformare anche il sistema di accoglienza, ripristinando la possibilità di ospitare, all’interno dello stesso, anche i richiedenti asilo. Aprendo il sistema di accoglienza ai richiedenti asilo, si avrà un prevedibile aumento dei costi di gestione delle strutture, ma il D.L. 130/2020 prevede la clausola di invarianza finanziaria. Motivo per cui, per sostenere il sistema di accoglienza, verranno sottratte risorse ai rimpatri/espulsioni.
“L’aumento in Italia della presenza di migranti viene determinato non solo dal rendere la misura dell’espulsione difficilmente applicabile, ma anche dal prevedere ampliamenti per alcune forme di permesso di soggiorno”, ha concluso l’Assessore Corazzari.
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