Migranti, Lega: “Beppe Caccia e compagni si trovino un lavoro”

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“Non ci si può inventare armatori contro le leggi, che sono fatte per essere rispettate da tutti. Beppe Caccia e sua nave compresi! Gli scafisti di esseri umani che partono dalle coste africane e vengono scaricati, quando sopravvivono, sulle nostre coste italiane sono dei criminali, il Governo ha fatto benissimo ad inasprire le leggi per bloccare questo fenomeno di illegalità”. È il commento severo dei consiglieri regionali di Lega – LV, Gabriele Michieletto e Roberta Vianello sulla vicenda che vede coinvolto Beppe Caccia, noto esponente della sinistra veneziana ora armatore della Mare Jonio bloccata per motivi tecnici al Porto di Trapani e che non potrà salpare per le missioni di salvataggio nel Mediterraneo.

“Se una commissione della Capitaneria di Porto di Trapani afferma che non sussistono le condizioni per il rinnovo e rilascio del certificato d’idoneità, non è chiaro perché il solito Beppe Caccia debba contestare le regole. Esistono delle norme fondamentali di comportamento e delle leggi che tutti noi cittadini dobbiamo seguire; qualcuno, a sinistra, ha però deciso di mitizzare Carola Rackete e vorrebbe cambiare le regole a proprio piacimento. Dal momento che non possiamo ospitare tutta l’Africa nel nostro Paese e prenderci sulle spalle il carico inarrestabile di gente che arriva incessantemente sul nostro territorio mentre l’Europa si volta dall’altra parte, anche Beppe Caccia la smetta di accusare chi fa rispettare le regole e mette in rada la nave ormai datata.

Con il Decreto Piantedosi – aggiungono i consiglieri – si sono messi dei paletti chiari anche alle imbarcazioni deputate al salvataggio in mare, che devono rispondere a tali responsabilità. I comuni sono al collasso in materia di accoglienza. Ci pensa Beppe Caccia ad ospitarli tutti? Noi non crediamo! Vista la carenza di manodopera e lavoratori che tante aziende lamentano, invitiamo Beppe Caccia e compagni a darsi da fare per trovarsi un lavoro come tutti gli altri che si guadagnano la giornata”, concludono Michieletto e Vianello.


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