Migranti, Meloni posta mail giudice: premier “più pericolosa di Berlusconi”

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(Adnkronos) – “‘Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte, e anche molto più pericolosa la sua azione (…)’. Così un esponente di Magistratura democratica’”. Si legge in un post sui social della premier Giorgia Meloni che rilancia uno stralcio della mail del magistrato Marco Patarnello, pubblicata oggi da Il Tempo con il titolo ‘Meloni oggi è un pericolo più forte di Berlusconi. Dobbiamo porre rimedio’.

“Questo il contenuto della mail choc scambiata ieri tra esponenti di Magistratura Democratica”, sottolinea il Tempo nell’articolo ripreso dalla premier, dove si spiega che “a scrivere la mail, alle 18.32 di ieri, a una nutrita mailing list di giudici schierati, è il sostituto procuratore della Cassazione, Marco Patarnello, una delle voci più autorevoli della corrente dem della magistratura”.

Mail che arriva “nelle stesse ore in cui Pd, M5s e Avs presentavano l’incredibile interrogazione al Parlamento europeo, con la quale hanno chiesto all’Ue di aprire una procedura d’infrazione contro Roma per l’accordo con Tirana sui flussi migratori, che piace all’Europa”.

Si legge ancora sul quotidiano romano: “Il giudice Patarnello, con oggetto ‘Non convalida trattenimento migranti in Albania’, scrive ai suoi colleghi ‘Indubbiamente l’attacco alla giurisdizione non è mai stato così forte, forse neppure ai tempi di Berlusconi. In ogni caso oggi è un attacco molto più pericoloso e insidioso per molte ragioni. Innanzitutto perché Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte. E rende anche molto più pericolosa la sua azione, avendo come obiettivo la riscrittura dell’intera giurisdizione e non semplicemente un salvacondotto’. […] L’esponente di Md, dunque, chiama alle armi, sembra quasi bramare la falange politica contro il governo”, si legge ancora. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)