“Noi stiamo lavorando con il sogno che il 15 marzo 2026, quando si spegnerà il braciere delle Paralimpiadi, tutti nel mondo dicano “Però, questi italiani…
Fin dal primo momento questa è nata come una sfida importante, che si basa anche su una grande tradizione, che dobbiamo rispettare. Sappiamo che i Giochi saranno un evento unico, avremo addosso gli occhi di tre miliardi di persone, sarà un enorme palcoscenico per parlare ad un universo ampio. Tutti parlano bene dell’Italia, ma dobbiamo dimostrare che siamo qualcosa di diverso rispetto ai panorami o alla cucina, perché l’Italia, ad esempio, vanta anche i migliori ingegneri, i migliori tecnici e abbiamo la possibilità di presentare qualcosa di straordinario e questo è un tema di credibilità che Draghi e Di Maio portano in giro nel mondo.
I nostri sono Giochi diversi, vogliamo che inizino quattro anni prima e che durino per decenni dopo e che lascino quella eredità di infrastrutture e di cultura. Questa credibilità ce la dobbiamo guadagnare lavorando con i territori, tracciando quanto Sala ha fatto con l’Expo”.
Auspichiamo che siano veramente i Giochi di tutti gli italiani, che tutta Italia li senta come propri e che gli atleti terminino questa esperienza avendo un ricordo sportivo che rimanga nella loro memoria per sempre”.