Minibot, grande discussione. Zanettin: possono essere utili a pagare debiti pubblici ma attenti a non farne una moneta extra euro…

124
I partecipanti al convegno sui Minibot
I partecipanti al convegno sui Minibot

On. Pierantonio Zanettin, ieri all’Università di Vicenza, lei si è confrontato con l’on. Claudio Borghi della Lega, presidente della Commissione Bilancio della Camera, sulla sua proposta di emettere dei minibot. Chi era presente non si è annoiato…

In effetti è stato un dibattito piuttosto vivace, ma molto civile, del tutto in sintonia con il contesto accademico, in cui si svolto, e indirizzato agli studenti universitari che ci ascoltavano.

Innanzitutto lei è d’accordo sulla proposta dei minibot?

Al convegno sui minibot gli onorevoli Zanettin e Borghi
Al convegno sui minibot gli onorevoli Zanettin e Borghi

Occorre premettere che sulla esigenza di liquidare in modo più sollecito ed efficace i crediti che i privati vantano nei confronti dello Stato non possiamo che essere tutti d’accordo. I minibot possono anche essere uno strumento utile per attuare questo obiettivo. Ho ricordato tuttavia l’ammonimento di Mario Draghi: “o i minibot sono una moneta, e allora sono illegali, oppure costituiscono nuovo debito pubblico”, ed  in questo contesto di finanza pubblica ritengo  sia necessaria  grande prudenza nell’aumentare lo stock del debito.

Lei ha anche ricordato quando l’on. Borghi giudicava i mini bot una maniera subdola per introdurre un’altra moneta.

Esatto, se l’Europa guarda con preoccupazione alle tesi dell’on. Borghi, è perché con lucidità, egli propugna da molti anni una uscita dell’Italia dall’Euro ed indica i minibot come una valuta alternativa. Personalmente giudicherei una sciagura per il paese una eventualità di tale genere. Ho ricordato al mio interlocutore che egli si trovava a Vicenza, la prima provincia d’Italia, in termini di export pro capite. Le aziende vicentine, che nel 2017 hanno esportato in tutto il mondo oltre 12 miliardi di euro di prodotti, di tutto hanno bisogno tranne che di una uscita dell’Italia dell’Euro e di instabilità finanziaria. Silvio Fortuna, che è intervenuto nel dibattito poco dopo, ha confermato che gli imprenditori vicentini non vogliono neppure sentir parlare di uscita dall’euro. L’on. Borghi ha detto però di aver nel frattempo cambiato opinione rispetto a quelle tesi, e questo forse può tranquillizzarci.

L’on. Borghi ha dichiarato anche ieri che non ci si deve preoccupare per l’aumento del debito pubblico italiano, perché la ricchezza privata del paese è comunque tre volte superiore.

Ecco, Direttore, quando sento fare questi discorsi io rabbrividisco. Confrontare  il debito pubblico italiano  al patrimonio privato, a mio giudizio,  significa, implicitamente, mettere a garanzia dei creditori dello Stato case e conti correnti delle famiglie. Si ipotizza di fatto una patrimoniale. Ricordo che nel 2011 l’ex ragioniere dello Stato Andrea Monorchio ipotizzò emissioni di titoli di Stato garantiti da una ipoteca legale sul 10% del patrimonio immobiliare privato. Poi per fortuna non se ne fece nulla. Meglio quindi tenere sotto controllo deficit e debito pubblico, così certi rischi li evitiamo.