Il Movimento Italia Sociale Vicenza – in una nota a firma del portavoce Gian Luca Deghenghi – esprime alcune considerazioni fortemente negative sulla campagna elettorale condotta dai principali contendenti alla carica di Sindaco, Francesco Rucco e Otello Dalla Rosa. ?Nulla di personale ? esordisce Deghenghi ? ma lo spettacolo offerto dai due candidati di centro-destra e centro-sinistra, con l?avvicinarsi del 10 giugno, si sta facendo veramente penoso.
I due non riescono proprio a dare un colpo d?ala ed a discostarsi dallo scialbo copione proprio di ogni campagna elettorale ?paesana?. Fanno un gran parlare di idee e di programmi, di soluzioni ai problemi di Vicenza, ma il vero duello si sta consumando a colpi di veleni, denigrazione e delegittimazioni reciproche, tra stucchevoli e vicendevoli accuse di inadeguatezza ed inaffidabilità.
Noi, che a ragione o a torto siamo rimasti esterni alla campagna elettorale, non possiamo che esprimere il nostro disappunto per questa situazione.
Si annega nella banalità, mancano proposte forti, in un momento in cui la città, assediata da varie criticità e massacrata da dieci anni di pessima amministrazione, dovrebbe avere la reale possibilità di votare a favore di una svolta politica decisa, ma non se ne vedono le condizioni.
D?altra parte, l?offerta elettorale si adatta all?indole della maggioranza dei vicentini, da sempre preda di quel culto della moderazione, ben sedimentato in decenni di vita politica sonnolenta, che impedisce lo sviluppo di passioni forti e di una vera tensione verso il cambiamento.
La virata del promettente Francesco Rucco, da speranza civica ad interprete allineato del moderatismo mediocre dell?intrigante politichetta cittadina, ha scritto la parola fine sulla possibilità di vedere qualcosa di nuovo in città.
Il cono d?ombra proiettato da dieci anni di autocrazia dell?abile Dominus Variati è destinato ad allungarsi ancora per molto sulla politica vicentina, sia che prevalga il centro-sinistra, in naturale continuità, sia che la spunti il centro-destra, figlio di una finta opposizione fino a ieri molle e compiacente.
Al di là delle proposte di merito sui vari temi che focalizzano le chiacchiere dei candidati, dunque, non riusciamo a distinguere una netta differenza per la città nel consegnarsi ad uno o all?altro dei due schieramenti in lizza.
Alla comatosa Vicenza che ripudia gli opposti estremismi non rimane che rifugiarsi, ancora una volta, nei sovrapponibili moderatismi e pagarne le conseguenze. ?