M.I.S. Vicenza: Le passeggiate per la sicurezza evidenziano situazione sempre più difficile. Cittadini costretti a difendersi da soli?

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M.I.S. Vicenza, passeggiate per la sicurezza
Passeggiata per la sicurezza del 18 luglio

Gian Luca Deghenghi, portavoce del Movimento Italia Sociale Vicenza ha diffuso una nota stampa dai toni decisamente duri dopo l’ultima Passeggiata per la sicurezza, periodica attività di presidio del territorio svolta dalla formazione militante del M.I.S. e condotta anche nella serata di ieri, giovedì 18 luglio: “Dopo quanto abbiamo osservato girando per la città negli ultimi giorni, assistendo a scenari di degrado ed illegalità ormai dilaganti ed incontrastati, non sappiamo più se sia giusto che i vicentini rimangano ancora a lungo a guardare con le mani in mano.”

I toni non si ammorbidiscono di certo nel seguito del comunicato: “Durante la nostra uscita di ieri sera lungo Corso San Felice e Viale Verona, abbiamo constatato come per l’intero percorso da Park Cattaneo all’imbocco di via Sella, strade interne comprese, non sembri più nemmeno lontanamente di trovarsi in un quartiere italiano. Le implicazioni di quanto affermiamo sono sotto gli occhi di residenti ed esercenti della zona, che vivono sulla propria pelle una condizione di pesante degrado e di pericolo costante. Di come la situazione stia precipitando in diverse altre zone della città, anche centralissime, lo raccontano le cronache.”

Il comunicato continua sottolineando “L’inconciliabilità tra la presenza di migliaia di immigrati, spesso delinquenti, irregolari o sbandati, ed una condizione minima di vivibilità nei nostri quartieri” e anche la prospettiva di una futura integrazione secondo il M.I.S. “è sconfessata dai comportamenti di quei gruppi di immigrati di seconda generazione, noti come baby-gang, che spadroneggiano con arroganza in diverse zone della città”.

“La scelta che si impone ai vicentini – conclude Gian Luca Deghenghi – è tra il continuare a confidare in azioni di contrasto svolte nell’ambito della cosiddetta legalità, subendo fatalmente la progressiva usurpazione del territorio o il valutare come prevalenti le ragioni della propria sicurezza personale e collettiva ed agire di conseguenza. La tanto vituperata sicurezza fai da te sarà pure una opzione da ultima spiaggia, ma il ricorso all’autodifesa organizzata da parte dei vicentini di buona volontà sembra sempre più essere l’unica strada percorribile per ripristinare quel minimo di ordine, legalità e vivibilità che spetta loro di diritto.”