Miteni ha comunicato oggi – informa una nota del 31 ottobre – ai lavoratori l’avvio della procedura di licenziamento collettivo dei 121 lavoratori, come previsto dalle norme. L’amministratore delegato Antonio Nardone ha stigmatizzato le motivazioni dello sciopero indetto dalla RSU e l’anomalia delle modalità di agitazione annunciata. Nardone ha ricordato che l’azienda non ha ad oggi potuto effettuare il pagamento del residuo degli stipendi di maggio e le 14e perché non le è stato concesso dal tribunale.
E’ dunque incomprensibile come il rispetto di procedure obbligatorie possa avere portato l’RSU a una dichiarazione di agitazione sindacale così anomala.
Per quanto riguarda le modalità di protesta, Nardone ha precisato che “l’interruzione dei processi con la sola ultimazione delle reazioni in corso, non garantisce la messa in sicurezza completa degli impianti in quanto non permette lo svuotamento degli stoccaggi contenenti sostanze pericolose” e che “il mancato completamento dei programmi produttivi volti all’esaurimento della sostanze pericolose giacenti in stabilimento e alla successiva messa in sicurezza definitiva degli impianti, impedisce il completamento del cronoprogramma approvato dagli enti competenti in materia di sicurezza e ambiente, con tutti i potenziali rischi del caso”.
Nardone ha anche voluto ribadire che da parte del Cda di Miteni si sta lavorando con impegno per trovare una strada che attraverso l’ingresso di un nuovo socio possa salvaguardare l’occupazione, gli impegni ambientali e il forte know how aziendale.