Stipendio dimezzato per i 129 dipendenti dell’industria Miteni di Trissino. L’azienda chimica, nota anche per il caso Pfas, in seguito alla richiesta di concordato presentata il 16 maggio ha bloccato, dopo quella data, il pagamento di tutti i debiti compresi gli stipendi per i giorni a venire, come prevede la legge. Nei giorni scorsi il pagamento parziale delle paghe di maggio ha destato scalpore nello stabilimento. Da parte sindacale è stata inviata anche una lettera ai vertici aziendali.La società tuttavia rassicura che a breve, nonostante manchi ancora la nomina del commissario, la situazione dovrebbe regolarizzarsi: «Nei prossimi mesi gli stipendi torneranno ad essere pagati: la domanda di concordato è stata accolta dal tribunale, attendiamo la nomina a breve del commissario – dichiarano da Miteni – non si tratta di un concordato in insolvenza, gli azionisti hanno messo risorse per portare avanti l’attività anche nei prossimi mesi». Se i salari a venire dovrebbero essere garantiti, i 15 giorni non pagati a maggio potranno invece essere «sbloccati» solo dal futuro commissario (che però potrebbe essere incentivato a farlo a breve per scongiurare agitazioni da parte dei lavoratori della fabbrica).
Il caso Pfas – i composti perfluoro-alchilici che hanno contaminato la falda vicentino-veronese-padovana – è uno dei motivi che hanno portato l’industria chimica a rivolgersi al tribunale.
Dal 2013 Arpa Veneto ha chiamato in causa l’industria, che produceva Pfas a catena lunga fino ad alcuni anni fa (la Spa respinge le accuse anche in base ad una sentenza del tribunale delle Acque), e Miteni, di proprietà del colosso Icig, ha l’obbligo della bonifica nell’area in cui sorge. Proprio la bonifica, l’interrogativo su «quanto» costerà all’industria (di recente in crisi finanziaria) con la necessità di inserire questa voce in un piano di rilancio, ha portato alla richiesta di concordato: secondo l’azienda, l’intervento serve anche ad ottenere quanto prima un documento di prescrizioni specifiche da parte di Arpav e degli altri enti coinvolti per passare dalla «messa in sicurezza di emergenza» a quella operativa. Gli interventi da svolgere nell’area Miteni sono in corso di definizione da parte di conferenze dei servizi specifiche. Ad oggi, l’ipotesi più probabile vede carotaggi a maglia fitta (dieci metri per dieci) nell’area est del sito, verso il torrente Poscola, e a maglia più larga (35 metri per 35) nel terreno aziendale rimanente. Una parte dei carotaggi, nell’area est, sono già stati effettuati.
di Andrea Alba, da Il Corriere del Veneto