Il mondo in bilico: le elezioni USA e l’Italia per Matteo Muzio (Jefferson) e Giacomo Stiffan (Prismag) “moderati” da Salvatore Borghese (Youtrend)

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Elezioni Usa, il mondo in bilico, da sx Giacomo Stiffan di Prismag, Matteo Muzio di Jefferson - Lettere sull'America e Salvatore Borghese (Youtrend)
Elezioni Usa, il mondo in bilico, da sx Giacomo Stiffan di Prismag, Matteo Muzio di Jefferson - Lettere sull'America e Salvatore Borghese (Youtrend)

Oggi, venerdì 25 ottobre, nella suggestiva cornice della Sala Stucchi a Vicenza, si è svolto l’evento intitolato “Il mondo in bilico: le elezioni americane e il destino dell’Italia“. Moderato da Salvatore Borghese di Youtrend e nostro autore, che ha scritto del tema delle elezioni Usa su VicenzaPiù Viva n. 11 in edicola, l’incontro ha visto come protagonisti due esperti di politica internazionale: Matteo Muzio di Jefferson – Lettere sull’America e Giacomo Stiffan di Prismag, che nel numero di questo mese dedica tutte le sue 212 pagine alle elezioni a stelle e strisce). Il dibattito si è concentrato sulle elezioni presidenziali degli Stati Uniti e sulle loro ripercussioni sul piano internazionale, con particolare attenzione alle conseguenze per l’Italia e l’Europa.

Il tema centrale dell’incontro è stato l’importanza cruciale delle elezioni USA non solo per la popolazione statunitense, ma per tutto il mondo. Muzio e Stiffan hanno illustrato come gli esiti di queste elezioni possano modificare gli equilibri globali, con effetti immediati e a lungo termine sulla politica estera, economica e militare. In particolare, è stato sottolineato come la leadership americana influenzi in modo determinante questioni di portata mondiale, come il conflitto in Ucraina e la lotta al cambiamento climatico, ma anche le relazioni economiche e commerciali con l’Europa.

Uno degli argomenti più discussi è stato il ruolo chiave degli “swing states” nel determinare il risultato finale delle elezioni presidenziali americane. Gli esperti hanno spiegato come il sistema elettorale statunitense, basato sui grandi elettori, non premi tanto il voto popolare, ma dia un peso decisivo agli stati indecisi rispetto a quelli, la maggior parte, che votano tradizionalmente (i Safe states) democratico (ad esempio la California e lo stato di  New York) o repubbicano (Texas e Florida, tra gli altri). Wisconsin, Michigan, Pennsylvania, Georgia, North Carolina, Arizona e Nevada sono, quindi, gli stati cruciali per l’esito finale. È stato ricordato come in passato questi stati abbiano cambiato le sorti delle elezioni, con oscillazioni, anc he minime, che possono influire significativamente sui risultati a livello nazionale.

L’incontro ha poi affrontato un altro tema di grande rilevanza: l’eventuale ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump o l’elezione, in alternativa, di Kamala Harris, indicata come candidata democratica dopo il ritiro di Biden. Muzio ha sottolineato come la figura di Trump sia emblematica di un nuovo tipo di leadership, in cui la retorica populista e gli attacchi personali, anche se sempre esistiti nella storia elettorale americana ma, in passato, basati almeno sulla capacità di sostenerli fattualmente, giocano un ruolo fondamentale, rispetto alla tradizionale dialettica politica. In un’analisi che ha toccato anche il contesto italiano, si è evidenziato come questo tipo di approccio alla politica sia diventato sempre più comune, influenzando anche la comunicazione politica in Europa.

Inoltre, i relatori di Jefferson e Prismag, ben condotti da Borghese, hanno discusso il rischio di un crescente isolamento degli Stati Uniti rispetto agli alleati europei, qualora Trump venisse rieletto. Questo potrebbe portare a una politica più protezionista, con conseguenze negative per l’economia italiana ed europea, in particolare per quanto riguarda il commercio e la cooperazione transatlantica. Il possibile abbandono del sostegno americano all’Ucraina, in caso di vittoria repubblicana, è stato descritto come un fattore potenzialmente destabilizzante non solo per l’Europa dell’Est, ma per l’intero sistema di sicurezza europeo.

L’incontro si è, quindi, concluso con una riflessione sull’importanza delle elezioni USA per l’Italia. Stiffan ha evidenziato come, a differenza di altre elezioni in paesi importanti come la Francia o la Germania, quelle statunitensi abbiano un impatto diretto e immediato sulla politica estera italiana, sia in termini di alleanze sia per le politiche economiche e di sicurezza. Il dialogo con il pubblico, soprattutto giovane ma che i relatori avrebbero meritato più numeroso (“ma siamo in contemporanea con Enrico Letta che presenta il suo libro” ha commentato ironicamente Salvatore Borghese) ha permesso di approfondire queste tematiche, offrendo spunti di riflessione sull’attualità politica globale e sulle sfide future che attendono il nostro paese in uno scenario internazionale sempre più incerto e instabile.