All’incidente quotidiano e al morto più raro causa monopattino, corrisponde la implementazione di problemi che tutti già hanno, utenti e sopratutto istituzioni. Il tema conduttore è sempre la preoccupazione e l’iniziativa per cercare di rendere meno dolorosa la (voluta da tutti *) crescita dell’uso di questo mezzo – afferma nel comunicato che pubblichiamo Vincenzo Donvito, presidente di Aduc
La questione è reale. Ma sovradimensionata. Con una sorta di tormentone mediatico appagante per chi declama e chi scrive, grazie alla novità di una trazione elettrica che fa da apripista ecologico a diversi desiderata di tutti gli attori coinvolti: utenti, istituzioni e produttori.
Contesto in cui: gli utenti sono talvolta indisciplinati; le istituzioni mostrano incapacità e strabordano nelle proprie funzioni; i produttori”contestano” provvedimenti restrittivi e, prima di impegnare capitali per tecnologia più sicura, aspettano di capire che aria tira.
Il sovradimensionamento si esplicita con dati che mettono a cuccia l’allarmismo mediatico e istituzionale.
Istat. Dati 2020 (nb: pandemia covid, quindi con meno mobilità). Morti per mezzo di trasporto: 1.018 per autovetture, 645 per due ruote a motore, 409 pedoni, 176 biciclette e monopattini elettrici, 117 autocarri (notare differenza tra biciclette/monopattini e pedoni, per i quali nessuno chiede urgenze tipo casco obbligatorio) (1). Sui monopattini (novità dell’anno) Istat rileva che, da maggio a dicembre 2020, gli incidenti sono stati 564, più di 2 al giorno (2).
Vediamo cosa succede ad un mezzo simile, la bicicletta. Asaps (Associazione sostenitori e amici polizia stradale): 44 morti nel primo trimestre 2021, un MORTO ogni due giorni (3) (i dati Istat sui monopattini rilevano più di un INCIDENTE ogni due giorni).
Il monopattino, quindi, sembra un problema molto ridotto rispetto alla media della incidentalità stradale.
Nel contempo, i conduttori di monopattini hanno questi comportamenti: contromano; sui marciapiedi; su corsie preferenziali e in zone di divieto; parcheggi dove capita; due persone a bordo; bagaglio eccessivo; cuffie musicali o collegate al telefonino; minorenni senza casco; etc…. Tutti comportamenti che, per esempio, non hanno a che fare con le – denunciate come tali – stratosferiche velocità a cui procedono questi mezzi: 6 Km/h nelle piste ciclabili e 25 Km/h per strada…. Chi va in bicicletta (anche non assistita) sfreccia a velocità maggiori e non c’è obbligo di casco, frecce direzionali, assicurazione, patentino, divieto ai minorenni, etc. (tra le varie proposte dei seguaci dell’allarmismo).
Questi comportamenti sono già disciplinati dal codice della strada che, forse, va aggiornato considerando anche la novità, ma niente deficit normativo così disastroso da mobilitare Comuni e Regioni con ordinanze e leggi tutte candidate alla bocciatura perché materia solo del legislatore nazionale (4).
Un contesto in cui, oltre all’inciviltà dei conduttori, pesa un’insufficiente sorveglianza delle polizie urbane. Per vari motivi, tra cui mancanza di vigili alla bisogna e abitudine degli agenti a non far caso più di tanto alle violazioni di questi nuovi mezzi. Sarebbe il prezzo da pagare per la mobilità sostenibile, ma Comuni e Regioni sono abbagliati dalla necessità di norme più stringenti, convinti che di per sé bastino (5).
Conclusione. Non c’è un allarme monopattini. Utenti e istituzioni si devono solo adeguare alla novità.
* mezzo considerato sostenibile e alternativo ai molteplici problemi della mobilità urbana, inclusa la carenza e/o disorganizzazione di mezzi pubblici.
1 – https://www.istat.it/it/files//2021/07/Infografica-Incidenti-Stradali-versione-testuale.pdf
2 – https://www.istat.it/it/archivio/259814
5 – fa testo il flop del cosiddetto omicidio stradale, tanto strombazzato quanto superfluo: https://www.aduc.it/articolo/legge+omicidio+stradale+inutile+dicono+anche+numeri_30220.php