(Articolo di Tommaso De Beni, in collaborazione con Commissario E.Q. Michele Camarata da VicenzaPiù Viva n. 9, sul regolamento per monopattini e velocipedi sul web per gli abbonati tutti i numeri, ndr). Nel 1985 il film Ritorno al futuro ipotizzava degli skateboard volanti. Oggi, alla convivenza non sempre facile tra biciclette e automobili, in molte città si affiancano nuovi mezzi di mobilità sostenibile. Ma non è vero che c’è anarchia.
Esiste infatti una complessa, ma articolata e dettagliata regolamentazione dei mezzi che possono circolare per strada: quali caratteristiche devono avere e in quali spazi possono stare.
Si tratta di mezzi ecosostenibili, elettrici, che vanno dall’ormai noto monopattino ai meno noti monowheel, hoverboard e segway, cioè una ruota o due ruote su cui il conducente, quindi il “non pedone”, monta per andare più veloce.
Il monopattino è nato all’inizio del ‘900 ed è tornato in auge nello stesso periodo del lockdown causa Covid, quando l’allora governo Conte predispose il “bonus monopattino” per incentivare la mobilità sostenibile.
All’inizio era assimilato al velocipede, ma poi è diventato un veicolo vero e proprio a se stante. Prossimamente norme più stringenti aggiungeranno l’obbligo del casco anche per i maggiorenni, la targa, l’assicurazione e, a differenza delle bici, il divieto di circolare fuori dai centri urbani.
Essendo veicoli è vietato transitare e sostare sui marciapiedi e vi è l’obbligo di condurre il monopattino a mano sulle strisce pedonali, oltre ad avere delle caratteristiche tecniche e dei limiti di velocità per costruzione da rispettare. I monopattini possono circolare sulla carreggiata e/o sulle piste ciclabili.
È fatto divieto farsi trainare, stare al telefono, guidare con un braccio ingessato e stare in due sullo stesso mezzo, oltre che andare contromano.
Monopattini, velocipedi e micromobilità elettrica individuale: cosa si può fare e cosa no
Nel 1985 il film Ritorno al futuro ipotizzava degli skateboard volanti. Oggi, alla convivenza non sempre facile tra biciclette e automobili, in molte città si affiancano nuovi mezzi di mobilità sostenibile. Ma non è vero che c’è anarchia È vietato anche installare sedili o sellini e/o potenziare i motori elettrici.
Per chi sgarra, ovviamente, sono previste sanzioni fino alla confisca del mezzo: 40 sono le violazioni accertate nel 2023 dalla Polizia Locale di Vicenza.
Per gli altri “veicoli” inclusi nella micro-mobilità elettrica, monowhell, hoverboard e segway, è ammessa la circolazione in determinati luoghi ma solo nei Comuni che hanno aderito alla sperimentazione come Vicenza.
Si definisce monowheel un mezzo monoruota senza manubrio, che può circolare solo nelle aree pedonali, e non potrà superare il limite di 6 chilometri orari. L’hoverboard ha due ruote su barra trasversale senza manubrio e può andare solo nelle zone pedonali, mentre il segway ha due ruote e un manubrio e può andare anche nelle ciclabili e deve avere un clacson. Chi utilizza questi mezzi al di fuori dei luoghi consentiti è sanzionabile in caso di trasgressione.
La bici elettrica è considerata un velocipede ed ha esteso tale categoria (bicicletta a pedalata assistita). I ciclisti hanno, tra gli altri obblighi, quello di tenersi il più possibile a destra, tranne nel caso di svolta a sinistra. Nelle rotatorie, al fine di rendere la circolazione meno pericolosa possibile, in assenza di piste o corsie ciclabili dedicate, è consigliabile rendersi il più possibile visibile, spostarsi al centro della carreggiata e approssimarsi man mano alla corsia di uscita segnalando con la mano l’intenzione ma se il traffico è intenso meglio condurre la bicicletta a mano negli spazi destinati alla circolazione pedonale.
Possono sorpassare a destra i veicoli fermi o lenti in caso di congestione del traffico, non possono procedere a zigzag né portare il cane al guinzaglio.
Le auto devono stare lontane un metro e mezzo dalla bici quando le sorpassano.
La bici non può circolare sul marciapiede, a meno che non sia espressamente previsto e ci sia segnaletica ciclopedonale, né in contromano.
I ciclisti devono scendere dalla bici e portarla a mano per attraversare la strada sulle strisce se stanno passando da un marciapiede a un altro e non c’è segnaletica ciclopedonale.
Agli incroci con semaforo, se non c’è il semaforo dedicato alle bici, i ciclisti possono attraversare sulle strisce rimanendo in sella assumendo il comportamento dei pedoni. I conducenti delle biciclette non possono usare il cellulare e non possono nemmeno bere alcolici prima di porsi alla guida o durante. La patente di guida non può essere ritirata a un ciclista che risultasse in stato di ebbrezza e non gli possono essere sottratti punti, ma può essere multato pesantemente e penalmente. In casi di aree pedonali molto affollate, come potrebbe essere Corso Palladio a Vicenza, il ciclista è obbligato a condurre la bici a mano secondo anche le regole del buon senso per essere meno pericoloso. I Comuni su questo e altri temi inerenti la micromobilità hanno la possibilità di legiferare con apposite norme, in attesa delle nuove modifiche al Codice della Strada che ha già fatto storcere il naso a molti primi cittadini, tra cui quello del capoluogo berico, in quanto limiterebbe molto il potere decisionale dei sindaci proprio in materia di mobilità.