Mons. Gasparini nel cda della Fondazione Roi? Il vescovo Beniamino Pizziol conferma ma “ora rappresenterà la diocesi di Vicenza che gli darà gli input. Il primo: approvare l’azione di responsabilità contro Gianni Zonin”

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«Ferie finite? Ripetiamo appello per cda Fondazione Roi. Vescovo Pizziol stoppi mons. Gasparini; presidente Fai Carandini escluda Giovanna Rossi di Schio: “coprono” Zonin e se stessi»: così il 23 agosto ricordavamo l’appello già fatto il 7 agosto e inviato al vescovo di Vicenza e al presidente del Fai nazionale con l’invito a non confermare nel cda della Fondazione Roi i due consiglieri dell’era Gianni Zonin Mons. Francesco Gasparini, direttore del Museo Diocesano, e la signora Giovanna de Vigili Kreutzemberg Rossi di Schio, presidentessa del Fai di Vicenza, che, designati secondo le voci da Diocesi di Vicenza e Fai nazionale rimarranno nel cda Roi grazie al nuovo statuto da loro stessi studiato e approvato oltre che discutibilmente “vidimato” dalla Regione Veneto

Mons. Francesco Gasparini col ritratto del Vescovo Matteo PriuliLa regione, che ha una funzione di controllo sulle Fondazioni e che già, dopo le nostre denunce e fin dal 2016, anno dell’ingresso di don Gasparini (nella nostra foto col ritratto del Vescovo Matteo Priuli acquistato dal Museo diocesano anche con i contriburi Roi, ndr), aveva tolto la qualifica di onlus alla Roi, ha approvato la stesura dello statuto (per il cda tre membri designati da Diocesi di Vicenza, Fai e Accademia Olimpica, il direttore amministrativo o artistico del Chiericati, il quinto membro da cooptare), sottopostale dal presidente uscente Ilvo Diamanti, limitandosi, sembra, a suggerire la presenza di almeno un esperto di gestione amministrativa. 

Tutto ciò lo abbiamo premesso per chi non conoscesse gli ultimi passaggi della storia recente della Roi, a cui la gestione del vecchio presidente Zonin ha causato una perdita patrimoniale di 29 milioni di euro spesi per acquistare azioni della BPVi (di cui sempre Zonin era presidente!) appena ammorbidita dall’adesione alla Opt della ora fu Banca Popolare di Vicenza ma con ancora sule spalle il macigno dell’ex Cinema Corso acquistato, non si sa per cosa, a 2.5 milioni di euro.

Ora il Vescovo di Vicenza, Mons. Beniamino Pizziol, mentre continua il silenzio di Andrea Carandini del Fai, ha trovato uno spazio per risponderci direttamente e martedì 4 settembre ci siamo trattenuti volentieri con lui, dopo la conferenza stampa sulla festa patronale e sul falso problema degli eritrei da ospitare, e, oltre a un articolato passaggio sul dramma della ex Popolare vicentina e su don Enrico Torta, di cui riferiremo a parte, ci ha compiutamente risposto sulla nostra domanda.

Gliela abbiamo riproposta dopo le obiezioni prima riassunte qui a voi e, di persona, a lui, che si era già adeguatamente documentato salvo alcuni passaggi (il vescovo, ad esempio, non conosceva la perdita della qualifica di onlus della Roi e la genesi della nomina “variatiana” di Ilvo Diamanti e Giovanna Grossato) su cui non è il caso qui di dilungarci e ci ha detto: «Nel marzo 2016 don Francesco Gasparini era stato chiamato nel cda della Fondazione Roi personalmente dal presidente di allora Gianni Zonin e me ne riferì solo a nomina ricevuta. Ora la situazione è diversa perché a norma di statuto è la Diocesi di Vicenza a scegliere un suo rappresentante. Prima di designarlo, quindi, ho parlato chiaramente con lui sottolineandogli, ove servisse, che ora nel cda non parlerà più a titolo personale ma seguirà le indicazioni della Diocesi che rappresenta per mia scelta. Mons. Gasparini ha convenuto con me e il primo compito che gli ho, quindi, affidato è quello di adoperarsi per far approvare senza ulteriori indugi la dovuta azione di responsabilità contro l’ex presidente Gianni Zonin così come formulata dai legali della Fondazione». 

Dopo questa chiara esplicitazione dei limiti della designazione del monsignore quale rappresentante della Diocesi, che si assume la piena responsabilità degli atti del suo delegato, e dopo la netta presa di posizione del Vescovo sulla sia pur tardiva azione di responsabilità, da cui, come ha precisato il vescovo, «mons. Gasparini è indenne perché le decisioni sotto esame sono state prese dai precedenti cda», ci siamo solo permessi di appellarci a lui perché il suo rappresentante nel cda si adoperi anche per far rendere noti a tutti i bilanci dettagliati e le decisioni dei precedenti cda, gli uni e le altre oggetto dell’azione di responsabilità: “tra l’altro, eminenza, la Roi non è più una onlus…» gli abbiamo detto salutandolo.

In attesa del nome che ora darà l’Accademia Olimpica, aspettiamo, quindi e infine, solo la risposta di Andrea Carandini, presidente del Fai, sulla conferma o meno della designazione di Giovanna Rossi di Schio, presidente del Fai di Vicenza di cui, tra l’altro, rimane vice la signora Zonin…, il cui marito designò nel cda proprio la moglie del suo braccio destro storico Alvise Rossi di Schio...

Abbiamo usato questo giro di parole perché si capisca quanto la Vicenza pesino gli… intrecci.