Montagna Vicentina, fabbisogni e proposte per contrastare lo spopolamento

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Montagna Vicentina

Per la definizione della prossima strategia del GAL Montagna Vicentina si è tenuto ieri l’incontro conclusivo dei tavoli di lavoro presso la Camera di Commercio di Vicenza.

l progetto è stato finanziato dalla stessa Camera di Commercio attraverso i fondi relativi al progetto strategico “Turismo” a valere sull’aumento del diritto annuale.

Erano presenti il presidente di GAL Montagna Vicentina, Dino Panozzo, il delegato per la Provincia di Vicenza, Gianantonio Gasparini, il presidente della Camera di Commercio, Giorgio Xoccato, e il consigliere di Giunta della Camera di Commercio Nerio Dalla Vecchia.

Sono intervenuti inoltre Luciano Gallo, Presidente Novia S.r.l., Irene Gasparella, Direttrice GAL Montagna Vicentina, Valentina Fietta, Project manager Novia S.r.l., società società incaricata per la raccolta dei fabbisogni territoriali. Erano rappresentati tutti i soci GAL, ma l’incontro era aperto a tutti i portatori di interesse delle zone montane del Vicentino: Comuni, terzo settore, società e cooperative. Per favorire una più diffusa partecipazione, inoltre, è stata organizzata una diretta Facebook.

Con questo incontro c’è stata la prima restituzione in merito ai fabbisogni definiti come prioritari dalle 4 macro aree del GAL, un territorio esteso, di 39 Comuni della fascia montana e pedemontana del Vicentino. Si tratta di esigenze emerse da una lunga fase di ascolto che è partita da maggio 2022 e si è concentrata nei mesi di ottobre e novembre con 8 tavoli di lavoro che hanno visto il coinvolgimento degli attori sociali ed economici locali, pubblici e privati, chiamati in prima persona ad esprimere una progettualità integrata, e a valutare l’impatto delle azioni previste in un arco temporale decennale. In tutto sono stati 127 i partecipanti, per il 37% rappresentanti di Enti pubblici, 29% Associazioni di categoria, 24% Terzo settore, 10% Intese programmatiche. Importante, in questo senso, il coordinamento con le IPA (Intese Programmatiche d’Area) e gli altri strumenti di programmazione presenti sul territorio.

Dai territori sono stati presentati complessivamente 55 progetti, espressione dei fabbisogni delle varie aree, da cui sono risultati complessivamente gli ambiti tematici prevalenti, finalizzati a contrastare l’abbandono dei territori montani: la diversificazione dell’economia locale, della sua innovazione e dell’integrazione tra soggetti, settori e progettualità e l’innovazione e l’inclusione sociale, con il miglioramento dei servizi per la popolazione e degli spazi di vivibilità collettivi.

Tra gli obiettivi per lo sviluppo futuro del territorio spiccano i temi della mobilità e del trasporto locale, i servizi alla persona che consentono un maggior equilibrio tra lavoro e tempo libero, i servizi all’infanzia, attenzione alle disabilità, la sostenibilità ambientale, valorizzazione di attività extra agricole, potenziamento dei servizi digitali, lo sfruttamento di energie alternative, valorizzazione delle contrade e delle professioni di montagna, la riqualificazione delle malghe e la gestione dei boschi, la creazione o il potenziamento di filiere di produzione specifiche, la valorizzazione dei marchi d’area e delle denominazioni riconosciute.

Oltre agli ambiti tematici principali emersi dai tavoli di lavoro, restano importanti altri aspetti dello sviluppo rurale che sono stati evidenziati come esigenze, ovvero la valorizzazione del patrimonio culturale e delle risorse naturali e paesaggistiche, oltre all’agroalimentare, con i sistemi e le filiere locali del cibo. Tali progetti possono essere utili anche alla programmazione della Camera di Commercio poiché tra i compiti degli Enti camerali vi è quello di “… valorizzazione del patrimonio culturale nonché sviluppo e promozione del turismo, in collaborazione con gli enti e organismi competenti …”.

Con i tavoli di lavoro è stato ben chiaro il ruolo strategico del GAL per le aree montane, soggetto costituito su iniziativa dell’Unione Europea e punto chiave per un’animazione territoriale che sia ampiamente partecipata, promossa dal basso con un coordinamento degli interventi che rendono gli stessi più efficaci nella rivalutazione dei territori montani.

È emersa l’importanza di attivare progettualità coordinate e sovraterritoriali, con una concertazione tra le azioni dei diversi strumenti di programmazione che insistono sul territorio per una maggiore ottimizzazione delle risorse. Solo dal dialogo continuo, dall’ascolto e dalla collaborazione tra pubblico e privato possono nascere progetti destinati ad una continuità nel tempo e a ricadute tangibili per lo sviluppo del territorio.