Una piccola cittadina del Veneto, in provincia di Padova, ospita una fortificazione muraria lunga 2km che è tra le meglio conservate al mondo. Si tratta di Montagnana, che con le sue mura accoglie il visitatore in un abbraccio e si vanta del titolo di uno dei borghi più belli d’Italia e della bandiera arancione del Touring Club.
Partendo dalla storia delle mura, nel 1242 Ezzelino da Romano incendiò la città per poi farla ricostruire con mura più imponenti e con il Castello di San Zeno. Successivamente, nel Trecento, i signori padovani Da Carrara completarono la cinta munendola, a ovest, della Rocca degli Alberi per difendersi dagli Scaligeri di Verona. A est, il preesistente castello di San Zeno, il più antico nucleo del castrum altomedievale, era dotato del mastio, poi detto Torre di Ezzelino, innalzato a più riprese. Così tra la fine del Quattrocento e i primi anni del Cinquecento le mura di Montagnana e le sue fortificazioni presentavano un aspetto assai poco diverso da oggi.
Nel Medioevo, ossia quando adempivano pienamente alle proprie funzioni difensive, le fortificazioni furono completate da numerose sovrastrutture lignee, smantellate e abbandonate quando, con l’annessione della terraferma a Venezia, persero importanza militare. Rimasero però i tetti in legno sia sulla Torre Ezzelina che sulla Rocca degli Alberi, in quanto utilizzate sotto il controllo dei rispettivi castellani come Torri di vedetta per arginare le scorrerie.
Posta dunque la continuità nel tempo dello skyline della città di Montagnana e quindi l’agevole comparazione fra lo stato attuale e quello che ci potrebbe restituire un’ipotetica foto scattata 500 anni fa, l’equipe del locale centro di studi sui Castelli ha osservato attentamente un disegno tratteggiato a sanguigno conservato al Museum Boymans-van Beuningen di Rotterdam. Si tratta di un disegno eseguito a gesso rosso su carta di colore crema di cm 20,3 x 29 ed è l’unico foglio giunto fino a oggi che la critica, con una buona concordia, ritiene di Giorgione. Il personaggio del dipinto è misterioso e secondo alcune ipotesi sarebbe il profeta Elia nutrito da un corvo, secondo altre lo scrittore greco Eschilo ucciso dalla tartaruga lanciata da un’aquila oppure un viandante cristiano giunto alla Gerusalemme Celeste.
Fino agli anni ‘70 del secolo scorso l’identificazione della città murata dello sfondo con Castelfranco Veneto era apparsa naturale, in quanto Giorgione era originario di quel borgo trevigiano. Tuttavia i due castelli differiscono sensibilmente dal punto di vista costruttivo: non si ritrova a Castelfranco quella configurazione che si scorge nel disegno; invece la coincidenza tra il profilo tracciato sul disegno e quello ancor’oggi visibile sul tratto di nord-est della cinta di Montagnana è quasi perfetta come dimostrato in maniera inoppugnabile nel 1978 dal centro studi sui castelli di Montagnana.
Attraversando poi la piazza principale di Montagnana tra i tanti palazzi storici spicca la facciata del duomo di Santa Maria Assunta. La chiesa, in stile tardo gotico con aggiunte di tipo rinascimentale, è stata edificata tra il 1431 e il 1502 per volere del vescovo di Padova e della comunità locale. Il Duomo ha una posizione asimmetrica rispetto alla piazza, con una facciata che svolge la funzione di Meridiana. L’edificio si presenta con una pianta a croce latina con l’asse orientato secondo i punti cardinali; questo fa sì che a mezzogiorno i raggi del sole vadano a colpire le due sfere di pietra bianca presenti sulla facciata. All’interno della Chiesa è possibile ammirare opere attribuite al Giorgione, al Buonconsiglio e al Veronese. L’edificio è intitolato a Santa Maria Assunta, dal 1426 patrona di Montagnana che si festeggia il 15 agosto.
Per quanto riguarda le tradizioni culinarie il cosiddetto pane di Ezelino, insieme al Prosciutto di Montagnana, la fa da padrone. Si tratta di un dolce che risale ad un’antica leggenda che narra l’aiuto dato da una popolana ad Ezzelino da Romano, ferito durante l’incendio della città. Affinché potesse riprendersi velocemente, gli venne dato un grosso pane impastato con il levà (lievito naturale) con aggiunte di miele e frutta secca e sembra che Ezzelino si riprese subito. Ancor oggi questa ricetta esiste ed è proposta con questo dolce tipico utilizzando lievito naturale usato fin dai tempi antichi per produrre il pane.
Una delle occasioni migliori per vedere Montagnana è durante il Palio dei 10 comuni. Quest’anno si svolgerà dal 2 al 4 settembre e il programma è ancora in fase di definizione. ll Palio dei 10 Comuni del Montagnanese, comunemente detto anche “Palio di Montagnana” è una manifestazione rievocativa a ricordo della liberazione dalla tragica tirannide di Ezzelino III da Romano. Dal 1977 si tiene annualmente la prima domenica del mese di settembre rinnovando un’antica tradizione medievale. La corsa prevede due batterie e una finale, su cavalli montati a pelo di bove dai fantini. Il Giuramento dei Capitani è l’evento che dà inizio al Palio. In concomitanza con la corsa, Montagnana è immersa nel clima medioevale con diverse attività: la Sfilata Storica per le vie cittadine, la Tenzone degli arcieri e dei musici e sbandieratori, la Corsa dei gonfaloni e il suggestivo incendio della Rocca che generalmente si tiene la sera precedente la corsa.