Montecchio Maggiore, ex Caserma di Ghisa: il Comune la trasformerà in un centro commerciale

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Il cancello della caserma di Ghisa. Foto m.c.
Il cancello della caserma di Ghisa. Foto m.c.

Si passa davanti all’ex Caserma di Ghisa a Montecchio Maggiore e subito si rimane colpiti dallo stato degrado in cui versa. La struttura è abbandonata da circa 17 anni. E la vegetazione ne ricopre i muri. Noi di Vicenza Più, nel 2011, ben 13 anni fa, ci eravamo occupati della situazione dell’edificio. Avevamo intervistato il colonnello Giampietro Massignani, ultimo comandante della caserma.

All’epoca il colonnello Massignani ci aveva detto che nessuno aveva la competenza di fare manutenzione, perché la struttura era di proprietà dell’Agenzia del Demanio. Prima ancora era del Ministero della Difesa, poi è passata al Genio Militare e poi al Demanio.

Un muro della caserma di Ghisa infestato dalla vegetazione
Un muro della caserma di Ghisa infestato dalla vegetazione

Nel frattempo le cose sono cambiate: l’ex Caserma di Ghisa è ufficialmente di proprietà del Comune di Montecchio Maggiore dal febbraio 2015, dopo essere stata ceduta dal Demanio. Entro il 2025 il Comune di Montecchio pubblicherà un bando per la riqualificazione dell’area, che si vuole destinare a negozi e aziende. La buona notizia è di gennaio di quest’anno, quando l’ex Sindaco Gianfranco Trapula aveva dichiarato di avere intenzione di fare un cambio di destinazione urbanistica in area produttiva e commerciale. Il Comune intende quindi recuperare e non demolire l’edificio oppure demolirne solo una parte, mantenendo il corpo centrale. Il Comune di Montecchio dovrà prima far valutare la compatibilità idraulica e sismica, per poi procedere con il bando.

La caserma di Ghisa vista tra una sbarra e l'altra del cancello
La caserma di Ghisa vista tra una sbarra e l’altra del cancello

L’attuale Sindaco Silvio Parise e l’assessore all’urbanistica Andrea Palma oggi dichiarano: “Abbiamo avviato un confronto con la Regione Veneto per assicurarci che tutte le valutazioni di compatibilità idraulica, sismica e del piano traffico siano completate nel più breve tempo possibile. Se non ci saranno ritardi nell’iter amministrativo contiamo di poter pubblicare il bando di gara, finalizzato all’alienazione della ex Caserma Ghisa nel 2025. Con la variante al piano degli interventi, approvata la scorsa primavera dalla precedente amministrazione, è stata tracciata una direzione chiara verso le destinazioni d’uso future e le modalità di recupero del complesso. L’obiettivo è di restituire alla città un luogo che per troppo tempo è rimasto ai margini e in stato di abbandono. La nostra visione è quella di far rinascere questi spazi, anche aprendoli alla comunità”.

La struttura era stata edificata nel 1963 ed era un’officina specializzata per la revisione dei mezzi meccanizzati dell’Esercito, in cui sono stati realizzati prototipi su cingolati ed è stata compiuta la manutenzione dei mezzi anfibi dei Lagunari. Negli anni ’80 vi lavoravano 150 dipendenti civili e militari, dal 1997 in poi c’erano 20 dipendenti.

La variante al Piano degli interventi per la valorizzazione dell’area Ghisa approvata dal precedente Consiglio Comunale la scorsa primavera prevede la futura trasformazione delle ex officine militari, donata al Comune dla Demanio nel 2015, per una superficie totale pari a 122.700 metri quadri, di cui 67 mila di edifici e 55mila di verde. Per gli immobili esistenti si prevede la ristrutturazione con una leggera diminuzione della cubatura, che passerà da 104mila metri cubi a quasi 97mila. Il 75% dei volumi si potrà recuperare, il 5% sarà da abbattere e un altro 15% andrà demolito e riposizionato nello stesso contesto, con il vincolo di mantenere la struttura originaria a forma di “H” e le altezze, che dovranno restare uguali in tutto il plesso. Anche la cisterna dell’acqua figura tra le strutture da conservare per il suo valore simbolico.

Un cancello della caserma
Un cancello della caserma

Le destinazioni ammesse sono di tipo direzionale (con esclusione delle sale da gioco e attività connesse al socio-sanitario), il turistico ricettivo, il commerciale con strutture di vendita tra i 250 3 i 1000 metri quadrati, quindi con l’esclusione dei grandi centri commerciali e outlet. Anche il produttivo è ammesso tranne attività di logistica, magazzini e depositi, conciarie, chimiche, di trasformazione metalli e in generale tutte quelle a rischio rilevante. Altra destinazione ammessa è il manifatturiero artigianale o industriale con un basso impatto ambientale. I futuri proprietari potranno procedere alla ristrutturazione per stralci funzionali e, oltre agli standard previsti per legge, si impegneranno a realizzare una sala convegni di almeno 250 posti, fruibile dal Comune, oltre a spazi per la didattica e la formazione, una scuola materna con asilo nido. Inoltre, in previsione dello svolgimento di attività formative, dovranno essere creati spazi adibiti a foresteria per il soggiorno degli studenti.