C’è tempo fino al 30 settembre 2019 per presentare in Comune la richiesta di trasformabilità di aree a fini edificatori, così come consentito dalla variante di adeguamento al PAT/Piano degli Interventi alla Legge Regionale n. 14 del 6 giugno 2017 e alle Deliberazioni di Giunta Regionale n. 668 del 2018 e n. 30 del 2019.
La Regione, in vista dell’obiettivo di “consumo zero” nel 2050, ha assegnato al Comune di Montecchio Maggiore la possibilità di utilizzare 13,72 ettari. L’Amministrazione comunale ha quindi deciso di fissare dei criteri per la scelta delle aree del PRG vigente (zone di espansione) e del PAT vigente (ricadenti nelle “linee di sviluppo insediativo”) che potranno concorrere all’utilizzo stabilito dalla Regione: al fine di porre tutti i proprietari sullo stesso piano, lo ha fatto attraverso una procedura di evidenza pubblica, disponibile sul sito istituzionale del Comune, che indica i punteggi con cui verrà formata la graduatoria dei richiedenti e in particolare:1) 5 punti: aree in prossimità a struttura pubblica esistente che necessiti di implementazione delle superfici pubbliche e concreta disponibilità della proprietà di cedere aree ed eventualmente realizzare le opere, in aggiunta al fabbisogno standard previsto per lo strumento attuativo;
2) 4 punti: area già classificata dal PRG come zona di espansione;
3) 3 punti: area la cui realizzazione comporti il potenziamento delle reti infrastrutturali e/o delle reti tecnologiche all’esterno dell’ambito, in modo tale da creare un beneficio che vada al di fuori dell’ambito stesso;
4) 2 punti: area la cui realizzazione comporti in termini di interesse pubblico la realizzazione di opere diverse da quelle di cui ai punti 1 e 3.Esclusi dal procedimento sono i lotti di completamento, gli ampliamenti di edifici esistenti, gli edifici schedati e quelli in zona agricola e gli ampliamenti delle aziende gestiti con la procedura dello sportello unico in variante.Nel caso della sussistenza di più di uno degli elementi indicati per la formazione della graduatoria, si computa il punteggio di un solo elemento, fatta eccezione per l’elemento di cui al punto 2 che va sommato, e questo al fine di dare precedenza alle aree già edificabili del PRG vigente che già versano l’IMU.
Nel caso di punteggio pari, si darà preferenza alle aree che impegnano maggiormente in termini di beneficio pubblico.
Nel caso di richieste che siano al di fuori delle fattispecie sopra descritte e nel caso in cui non sia esaurito il “suolo consumabile”, l’Amministrazione potrà stabilire di considerarle, come altresì potrà decidere di non utilizzare tutto il “suolo consumabile” assegnato dalla Regione.
Va infine ricordato che ai sensi della normativa statale (DPR 380/2001) le varianti al piano regolatore sono onerose, nel senso che deve essere corrisposto al Comune un contributo pari almeno al 50% dell’incremento di valore dell’area impresso dalla variante.Ma c’è un altro importante elemento che l’Amministrazione ha deciso di inserire nella procedura di evidenza pubblica: “Al fine di formare una graduatoria che garantisca la destinazione a ‘consumabili’ delle sole aree per le quali vi sia la concreta volontà di dare attuazione – spiega l’assessore all’urbanistica Claudio Meggiolaro -, sono stati stabiliti dei termini massimi entro i quali i privati dovranno presentare lo strumento urbanistico completo degli elaborati necessari per l’approvazione, ossia sei mesi dall’entrata in vigore del Piano degli Interventi che classificherà edificabile l’area o, nel caso di area non sottoposta a obbligo di Piano Attuativo, riferiti all’istanza di permesso di costruire”. Scaduti tali termini, la domanda non potrà più avere corso. Inoltre, sono state stabilite idonee garanzie fideiussorie che impegnano concretamente i proprietari delle aree.“Vogliamo che le proposte avanzate non rimangano soltanto sulla carta, penalizzando chi ha la reale necessità di costruire – commenta il sindaco Gianfranco Trapula –. Per questo abbiamo inserito numerosi paletti che impegnano i proprietari a costruire, dopo l’approvazione delle proposte e dei relativi progetti che spetta comunque al Comune in base alla propria autonomia pianificatoria”.
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