Il monumento agli eroi sconosciuti, Claudio Mellana: in condizioni di normalità li prendiamo a cazzotti sul treno o al pronto soccorso

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IL MONUMENTO AGLI EROI SCONOSCIUTI, di Claudio Mellana
IL MONUMENTO AGLI EROI SCONOSCIUTI, di Claudio Mellana

Lo sfogo degli infermieri dell’Ospedale Maggiore di Bologna (Non siamo eroi) mi aiuta a tirare fuori dal gozzo quello che da molti giorni mi dava un enorme fastidio.

Non amo fare il bastian contrario, men che meno épater les bourgeois (sbalordire il borghese), ma non ne potevo più della retorica degli eroi del Coronavirus.

Sia ben chiaro, coloro che lavorano in condizioni di elevato e inevitabile rischio professionale hanno da sempre la mia considerazione e il mio rispetto, ma scegliere di lavorare in quegli ambiti è determinato da due fattori: quella che si dice una vocazione, laicamente parlando, o una scelta di ripiego.

Ricordate cosa disse Pasolini sui giovani poliziotti: “figli dei poveri, vengono da periferie, contadine”, la loro era una scelta di sopravvivenza.

In entrambe le opzioni si è, si deve comunque essere, consapevoli dei rischi insiti nel mestiere.

Lavorare in psichiatria non è come lavorare in pediatria. I neonati non ti aggrediscono, al massimo ti passano la varicella.

I delinquenti non si fanno tutti arrestare pacificamente.

O forse è solo una questione di numeri.

Chi si ricorda dove e  quando fu che due artificieri morirono e altri tre furono feriti gravemente nello scoppio di una bomba d’aereo americana da 250 libbre? Troppo pochi per fare tenerezza?

Qualcuno chiamò gli artificeri eroi? Tra l’altro il loro motto dice che si sbaglia una volta sola… Più consapevoli di così.

C’è troppo, esagerato  bisogno di eroi, quasi ci piacesse dover vivere situazioni eccezionali,  mentre nella normalità questi eroi li prendiamo a cazzotti in pronto soccorso o sul treno.

Lavorare al servizio della collettività è straordinariamente gratificante se lo si può fare nelle condizioni più appropriate per sviluppare il meglio della professione, è questo che dobbiamo pretendere da chi ci governa ai vari livelli,  per noi e per chi ci garantisce servizi particolarmente delicati. Non abbiamo bisogno di adorare eroi ma di essere riconoscenti a chi nell’ordinario quotidiano è messo nelle condizioni di dare il meglio di sé stesso.

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Claudio Mellana
Claudio Mellana (Torino, 30 settembre 1948) è un umorista italiano. Ha cominciato pubblicando su riviste underground o politiche alla fine degli anni sessanta. Nel 1970 ha fondato con Dario Mairano la rivista underground Pelo e Contropelo, attiva sino agli anni ottanta. Nel 1975 viene realizzata a Torino la prima mostra di satira politica, chiamata anch'essa Pelo e Contropelo. La sua prima importante collaborazione è del 1972 con Ca Balà, la rivista madre della moderna satira politica italiana, e poi si estende a svariati periodici e giornali: ABC, IO, Nuovasocietà, Pianeta, Radiocorriere, Il Collezionista. Suoi disegni compaiono su l'Unità, La Stampa, Stampa Sera, Paese Sera. Si dedica, a partire dagli anni '70, quasi esclusivamente alla satira politica e realizza centinaia di vignette, e manifesti, per i giornali sindacali della CGIL. Partecipa a numerose mostre collettive, in Italia e all'estero, ricevendo anche riconoscimenti e premi, e ha esposto in mostre personali a Carpi e Torino. Con Dino Aloi ha curato, per Feltrinelli, nel 1991 il libro Un Lavoro Da Ridere: Antologia Della Satira Del Movimento Operaio Dall'Ottocento a Oggi , nel quale vengono raccolte le vignette a carattere sindacale comparse nei periodici italiani dalla metà dell'800. Ancora con Dino Aloi, dal 1994, cura il Premio intitolato a Giorgio Cavallo per la satira e l'umorismo, per conto della città di Moncalieri. Nel 2007 collabora alla realizzazione della mostra "Ludere et ledere" (Umorismo grafico e satira politica) tenutasi a Bergamo. Nel 2008 alla mostra "Il sorriso graffiato" ( Fascismo e antifascismo nel disegno satirico dalla grande guerra alla Costituzione) tenutasi al Castello di Ussel a Chatillon in Valle d'Aosta. Nel 2010 alla mostra "Dalla Storia alla Satira" (Cronache ed eventi in caricatura da Cavour ad Andreotti) tenutasi all'Archivio di Stato di Torino. Nel 2010, insieme a Dino Aloi, pubblica "Umoristi in Piemonte" (Dizionario di autori e riviste per sorridere e graffiare dal 1848 ad oggi). Nel 2011 collabora alla realizzazione della mostra "La donna immaginata. L'immagine della donna" tenutasi a Torino. Nel 2013, sempre con Dino Aloi, realizza la mostra "Casimiro Teja. Sulla vetta dell'umorismo" e il relativo catalogo contiene la più dettagliata biografia del grande caricaturista torinese realizzata sino ad oggi. Espone frequentemente in mostre collettive. Nel 2019 pubblica con le Edizioni Neos il libro "Lo Sputasentenze" una raccolta di 583 aforismi e pensieri vari ed espone 50 vignette senza parole in una mostra personale allo Spazio Mouv' di Torino. Collabora attualmente con pubblicazioni su Internet come "Buduar", "Nuovasocietà", " ViPiu.it", "CiaLiguria", Iltorinese, Torinofan e "Tellusfolio". Ha pubblicato, ad oggi, oltre 3000 vignette