Lara Lupinc morta in incidente: polizia croata indaga. Suo nome era nel “caso formazione” in Veneto al vaglio della procura di Venezia per la cui cronaca VicenzaPiù è sotto attacco

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Il 16 ottobre 2015 un’intervista video esclusiva del nostro direttore al consigliere regionale Sergio Berlato, presidente della terza commissione regionale, con il titolo “Berlato e il sistema Donazzan – Romano: con soldi alla formazione fittizia sarebbero stati beneficiati Irigem, Confindustria e CL” e presidente della Terza commissione regionale, che, all’epoca, si occupava anche di formazione, dava conto della nota ufficiale relativa alla lettera, di cui aveva dato anticipazione quella mattina Il Gazzettino.

La lettera era stata da lui consegnata la settimana precedente al Presidente della Giunta regionale, Luca Zaia, al Presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti, ed a Gianpiero Possamai, Presidente della IV Commissione regionale competente per la valutazione delle politiche pubbliche e degli effetti della legislazione regionale

Alla lettera era allegato, scrivevamo, “un documento di analisi e denuncia che in 120 pagine, che fanno parte di un faldone di 569 pagine di documentazione, rivela quello che sarebbe il sistema di corruttela con cui vengono gestiti annualmente ben 120 milioni destinati alla formazione e stanziati dall’Unione Europea, dallo Stato e dalla Regione Veneto, che tutti li assegna  e li gestisce (qui la prefazione del documento, qui l’elenco dei suoi “capitoli” che ci toccherà… studiare, ndr)“.

Il tempo, non poco, per studiare i documenti disponibili e, dopo esserci posta, tramite un collaboratore, il 16 febbraio 2016 l’ovvia e doverosa domanda “Fondi per la formazione della Regione Veneto: scaramucce personali tra Donazzan e Berlato o l’ennesimo scandalo veneto?“, il collega cominciava a riferirne sotto il titolo “Fondi per la formazione della Regione Veneto: “il sistema” Elena Donazzan – Santo Romano messo sotto accusa da Sergio Berlato” e, poi, vista la complessità del caso, lo prendo in mano direttamente con una serie di articoli di cronaca fedele dei faldoni, che, però, ci procurano le prime noie sotto forma di una “diffida” (minaccia?) a non proseguire nel nostro lavoro. “Ci sono, infatti, arrivate – scrivevo il 5 marzo 2017 – a raffica nei giorni del nostro anniversario (quello di Vicenzapiù, ndr) proprio 12 minacciose diffide, contemporanee e addirittura identiche nel testo, a proseguire nella nostra inchiesta con, apposte su pagine fotocopie, a volta mal fatte, l’una dell’altra, le firme di dodici dei nomi citati nella nostra inchiesta e cioè: Santo RomanoLara LupincAlessandro AgostinettiClaudia BettinAnnamaria ColturatoAlessandro GalloAlberto MasutMarco GiorioAndrea RodighieroGiansalvo RosanaMassimo ToffaninVanda Togni…”.

A noi piace scrivere documentati, per cui ecco il file con le dodici diffide clonate, anzi no, “clanate”…” aggiungevamo prima di presentare un esposto cautelativo alla Digos di Vicenza sulla minaccia in contemporanea e prima, ovviamente, di continuare a raccontare ai nostri lettori i documenti sul tavolo della Procura di Venezia.

Puntuale come una cambiale arrivava, quindi, dall’ufficio legale della regione Veneto presieduta da Luca Zaia la richiesta monstre a me e all’editore di VicenzaPiù di 410.000? di danni per la nostra “inchiesta su formazione in Veneto, clan Romano e Donazzan. E allora? Allora siamo ripartiti da una “interrogazione Bozza su Irigem” e poi dai supposti legami tra Irigem e Rete Veneta , la cui cronaca sulla base dei documenti in Procura ci procurava l’ennesimo attacco legale (leggi “Il j’accuse: quando diventano bavaglio le azioni legali contro i cronisti. Il caso di Giovanni Coviello“, intervista di Marco Miloni all’avv. Marco Ellero pubblicata oggi) prima che si svolgesse la prima udienza della causa civile: “Formazione in Veneto, 1ª udienza a Venezia su richiesta monstre di danni: regione chiede 410.000 ? a VicenzaPiù. L’avv. Marco Ellero: Coviello ha esercitato diritto di cronaca su dossier in procura, costi legali a carico cittadini“.

In tutto questo lavoro, immane, ricorre spesso se non sempre il nome di Lara Lupinc, il cui nome era uno dei dodici che comparivano sotto l’invito fattoci a non scrivere più.

Di lei VicenzaPiu.com ha scritto l’ultima volta il 7 gennaio 2018 titolando “Inchiesta su fondi formazione in Veneto: la consulente e coordinatrice Lara Lupinc “candidata” predestinata come dirigente di Veneto Lavoro? Sia Luca Zaia a far verificare.

Verifica di cui mai ci è stato riferito dalla Regione Veneto se sia stata fatta e che ora assumerebbe un significato imbarazzante o inquietante, fate voi.

Perché qualche giorno fa ci è arrivato un link che ci era sfuggito, lo abbiamo cliccato e abbiamo letto che una donna “Sposata, con due figlie di otto e dieci anni e la passione per la bicicletta,… aveva approfittato di alcuni giorni liberi per recarsi con la famiglia in vacanza oltre confine. Sulla strada tra Visinada e Nova Vas è stata urtata da un’ automobile cadendo sull’asfalto e subito dopo è stata travolta da un’altra vettura. Trasportata in gravi condizioni all’ospedale di Fiume, è deceduta dopo alcune ore. La dinamica dell’incidente è al vaglio della polizia croata” .

La donna era lei, la 46enne Lara Lupinc.

Cosa proviamo?

Di sicuro dolore per una vita spezzata e per le due figlie rimaste senza la madre ma anche sconcerto leggendo su laNuovadiVenezia che “La polizia croata è a caccia di testimoni che possano aver assistito all’incidente costato la vita a Lara Lupinc, la ciclista marconese di quarantasei anni morta martedì mattina in Istria mentre pedalava lungo la strada che collega Visinada a Villanova… Lupinc è stata investita attorno alle 7.30 da un’auto… L’esatta dinamica della tragedia, su cui sta indagando la Procura croata locale, non è affatto chiara. Gli investigatori hanno comunque sequestrato entrambe le vetture coinvolte: quella che avrebbe urtato la donna, facendola cadere sull’asfalto, e quella che è sopraggiunta subito dopo, travolgendola“.

E poi ancora: “L’esito dell’esame autoptico sul corpo della vittima, già eseguito dal medico legale incaricato dalla Procura croata, sarà comunicato ai parenti entro un mese“.

E per finire: “La famiglia si è subito affidata a un legale di fiducia, l’avvocato Andrea Comisso: «La dinamica esatta dell’incidente», dice il legale, «non è ancora assolutamente chiara. La signora era una ciclista esperta, se è vero che è caduta, non ne conosciamo il motivo».

Se gli esiti delle eventuali verifiche di Zaia sulla aspirante dirigente (forse mai diventata tale perché su alcuni media che danno notizia della sua morte la leggiamo qualificata come consulente per la Regione Veneto) sono ignote e se le competenze regionali sulla formazione, prima affidate alla terza commissione, quella che con Berlato presidente aveva generato l’inchiesta della procura di Venezia, le sono state recentemente sottratte per affidarle alla neo costituita sesta commissione, speriamo che sulla tragica morte della ex consulente, crocevia dei bandi di assegnazione dei fondi europei per la formazione, la Polizia croata faccia luce completa.