Morte Alexei Navalny. Zanettin (FI): “Regime Putin mostra suo volto più dispotico e oscuro”

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Alexei Navalny, una morte annunciata
Alexei Navalny, una morte annunciata (foto Adnkronos)

Non si spegne l’eco dei commenti indignati, addolorati e preoccupati per la morte di Alexei Navalny, morto a 47 anni in carcere, dove era detenuto dal gennaio 2021 per scontare una pena di 19 anni. La notizia è stata diffusa oggi con uno scarno comunicato del servizio penitenziario federale russo, che parla genericamente di un malore, un “coagulo sanguigno”, ma mentre sui social circolano le immagini di quella che forse è l’ultima apparizione in video del dissidente russo in udienza, e i commenti parlano apertamente di omicidio di stato, anche a livello ufficiale gran parte della politica internazionale punta il dito contro le responsabilità del regime di Putin, di cui Navalny era uno dei maggiori oppositori, per questa morte che molti definiscono annunciata.

Dura la dichiarazione del senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin, per il quale la morte di Navalny è l’ennesima espressione del regime autoritario e privo di ogni scrupolo umanitario del leader russo: “La notizia della morte di Alexei Navalny provoca profondo sconcerto, dolore e indignazione. Il regime di Putin mostra ancora una volta il suo volto più dispotico ed oscuro.”

Secondo Zanettin poi non ci si può accontentare di poche laconiche frasi sul malore dopo una passeggiata e i soccorsi inutili che si leggono nel comunicato del carcere: “Auspico che la comunità internazionale si attivi affinché venga fatta piena luce sulle cause del decesso del dissidente russo.”