Morte Davide Rebellin, gip di Vicenza respinge patteggiamento: soddisfazione della famiglia. Zanettin: “Reato commesso è gravissimo”

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DAVIDE REBELLIN E LA MOGLIE
DAVIDE REBELLIN E LA MOGLIE

Il gip di Vicenza Roberto Venditti ha respinto il 7 dicembre il patteggiamento a 3 anni e 11 mesi che era stato presentato dal legale di Wolfgang Rieke, il camionista tedesco responsabile della morte dell’ex ciclista Davide Rebellin.

La difesa di Rieke aveva presentato nei mesi scorsi una richiesta di patteggiamento a 2 nanni e 11 mesi. Nella giornata di ieri gli avvocati del camionista avevano avanzato una nuova richiesta con una pena più alta di un anno.

Sin da subito i familiari di Rebellin si erano detti sbigottiti per la possibile pena. Alla luce della decisione del gip Venditti, la famiglia ha ora espresso soddisfazione. In particolare, la moglie dell’ex ciclista ha sempre chiesto che fosse fatta giustizia per la fine del marito.

“Il reato commesso è gravissimo e si associa alla fuga dell’investitore – spiega l’avvocato e parlamentare Pierantonio Zanettin – Rieke poi ha fornito una versione dei fatti falsa, in contrasto con le registrazioni delle telecamere”.

“Se patteggiamento ci dovrà essere – aggiunge in conclusione – è opportuno che la pena quantomeno superi i 4 anni, evitando così che l’imputato possa direttamente accedere all’affidamento in prova al servizio sociale”.

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Com’era stato già preannunciato, il difensore di Wolfgang Rieke, il camionista tedesco sessantatreenne, attualmente detenuto nel carcere di Vicenza, che il 30 novembre 2022, a Montebello Vicentino, ha travolto e ucciso con il suo Tir, a soli 51 anni, Davide Rebellin mentre si stava allenando con la sua bici da corsa, dandosi poi alla fuga, ha presentato formale richiesta di patteggiamento per il proprio assistito.

Conseguentemente il giudice del Tribunale berico, dott. Roberto Venditti, ha revocato la già fissata udienza del 24 novembre, avanti il giudice monocratico della sezione penale dott.ssa Giulia Poi, dinanzi alla quale aveva disposto il giudizio immediato dell’imputato, fissandone un’altra per il 7 dicembre 2023, dalle ore 10, per la valutazione circa l’ammissibilità dell’istanza e la congruità della pena proposta, che sarebbe di tre anni. Si sarebbe partiti da una “base” di sei anni e mezzo poi via via ridotti per gli “sconti” previsti dalla scelta del rito alternativo e da altri elementi quali l’avvenuto risarcimento dei familiari della vittima, una delle condizioni sine qua non poste dal Pubblico Ministero titolare del fascicolo, il dott. Hans Roderich Blattner, per il suo assenso.