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?Mentre esprimo le condoglianze ai familiari e a quanti lo hanno amato, vorrei ricordare Sergio Marchionne non solo per le sue indiscusse doti manageriali, ma anche per le sue origini veneto-istriane, per l?essere il nipote di Giacomo Zuccon, vittima della pulizia titina assassinato nella foiba di Terli il 5 ottobre del 1943: come tante altre famiglie veneto-istriane anche la sua fu costretta ad abbandonare la madrepatria?. Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto, commenta così – in una nota – la notizia della scomparsa di Sergio Marchionne. ?Il legame che per via materna non è mai venuto meno con l?Istria, con la memoria storia della propria famiglia ci permette di dire che Sergio Marchionne è stato un protagonista emblematico non solo della storia recente ma dell?Italia del secondo Dopoguerra in poi. So di proporre una lettura irrituale di questa figura, per molti aspetti eccezionale ? ha continuato Ciambetti – ma credo che proprio gli aspetti privati, la sua parabola familiare, debbano far riflettere in questo momento: invito allora a non guardare solo al manager che ha trasformato la Fiat e che con la creazione di Fca ha creato un nuovo polo, ma al figlio di Maria Zuccon e di Concezio, maresciallo abruzzese di stanza in Istria, con il nonno materno infoibato e lo zio Giuseppe fucilato dai nazisti. Emigrato in Canada, Sergio Marchionne, che mantenne sempre i legami con i familiari in Istria, poi sarebbe diventato l?uomo che tutti abbiamo conosciuto. La sua storia famigliare, che parla molto della nostra storia, deve farci riflettere e anche per questo dico che salutiamo in lui una figura chiave per l?Italia dal Dopoguerra in poi?