Morti di lavoro, Pci Veneto: tutto ritorna “normale”

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Qualche giorno fa siamo stati facili profeti – è riportato in un comunicato del PCI federazione regionale del Veneto – Dopo le notizie sui quattro lavoratori morti annegati in una fossa di liquame in provincia di Pavia, tutto ritorna “normale”. Sui morti di lavoro e sul lavoro torna l’indifferenza, forse qualche notiziola che si perde tra tante. C’è da parlare e scrivere dei “cari leader” dei vari partiti che stanno in parlamento. Le folle oceaniche a Pontida per Salvini (alle quali si rivolge dicendo “vincere!” e la folla risponde “vinceremo!”) o della scissione di Renzi dal PD. Dichiarazioni di vario genere. Di Maio apre a chi vuole (leggi PD e LeU?) l’alleanza per le elezioni regionali umbre. E poi, i sottosegretari giurano e Conte (il presidente del consiglio) li sprona ad avere “impegno e passione” (e cosa dovrebbe augurarsi di diverso?). E tra le varie ed eventuali … la polemica Conte (l’allenatore) con Sarri. Di tutto un po’…

Ci sono stati quattro lavoratori morti in un’unica tragedia, ma è successo ormai qualche giorno fa. Non è più “una notizia”. E non importa se altri quattro lavoratori sono morti lo stesso giorno in varie parti d’Italia. Se altri tre (almeno) sono morti ill giorno dopo. Se il 16 settembre ne sono morti per lo meno tre.

Del resto, tutto è “rientrato nella norma”. Cinquecentosei morti nei luoghi di lavoro da inizio anno … se continua così saranno più di 700 a fine anno. E che sarà mai … più o meno è lo stesso numero dell’anno scorso. Per “lorpadroni” (o “lorcialtroni”), niente di cui preoccuparsi. Per noi, invece, ogni morte per infortunio nel lavoro è una tragedia. Lo sono anche gli infortuni e le malattie professionali. Siamo di fronte a un massacro, una guerra contro la quale dobbiamo combattere non una battaglia ma “la battaglia”. Non dobbiamo chiedere, dobbiamo pretendere che lo Stato sia presente, che faccia prevenzione e intervenga con le condanne e la repressione del caso contro i responsabili.

Che vengano fatti processi non certo sommari ma giusti, senza sconti per chi si rende colpevole di quelli che sono quasi sempre veri e propri omicidi (non “fatalità”, cari signori, no … proprio omicidi). Che non si permetta ai responsabili di puntare alla prescrizione … in poche parole vogliamo che venga fatta giustizia. E che si investa nella sicurezza sul lavoro, che si trovino i soldi necessari, che li si cerchi là dove sono, nelle grandi ricchezze. Vogliamo che l’innovazione tecnologica sia indirizzata non ad accumulare maggiori profitti ma perché i lavoratori possano lavorare meno, meglio e in piena sicurezza. Che non siano costretti a ritmi di lavoro alienanti e insopportabili per ottenere salari insufficienti.

Evitare i morti sul lavoro, le malattie professionali, l’inquinamento dovrebbero essere lìimpegno prioritario di ogni governo e di ogni forza politica e sociale. Lo sarà? Si prenda coscienza che dipende da ognuno di noi perché nessuno mai ci regalerà niente

Tre notizie del 16 settembre 2019

rainews.it

Operaio di 67 anni cade del tetto per riparare una grondaia e muore.
E’ accaduto nell’isola di san Domino, nell’arcipelago delle Tremiti.

ilgiorno.it

Ennesimo incidente sul lavoro mortale in Lombardia. Un operaio di 57 anni è morto oggi in un cantiere a San Bartolomeo Val Cavargna (Como). Secondo i primi rilievi l’uomo, residente a Porlezza, è stato schiacciato dal cedimento di un muro in un cantiere edile per la realizzazione di una pista ciclabile. Per i soccorsi è stato mobilitato l’elicottero del 118 di Sondrio, ma per l’operaio non c’era più nulla da fare. Sull’accaduto è stata aperta un’inchiesta.

tgcom24.mediaset.it

Un operaio è morto precipitando da un ponteggio. E’ accaduto a Mura, in Valsabbia, nel Bresciano. La vittima, un uomo 53enne di origini rumene ma residente nella zona, mentre la famiglia vive in Romania, stava lavorando all’esterno di un’abitazione quando è caduto da un’altezza di circa 15 metri.

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