Morti sul lavoro a dieci anni dall’inizio della lotta per la Marlane Marzotto, Soricelli: “non contano un c… e se muoiono son c… loro”

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Morti sul lavoro: le notizie che mancano
Morti sul lavoro

Gentile direttore, vista la sensibilità di VicenzaPiù al tema della sicurezza e dei morti sul lavoro, ti mando questa nota di Carlo Soricelli (Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro) che condivido pienamente. Dobbiamo assolutamente fare qualcosa e farlo in maniera unitaria coinvolgendo TUTTI quelli che ci stanno … a partire da Soricelli e da chi ci è più vicino.

Voglio anche ricordare che proprio i primi di ottobre 2009 iniziammo, come comunisti di Vicenza, a scrivere e mobilitarci per la “questione Marlane Marzotto” e che il 3 ottobre di quell’anno abbiamo distribuito a Vicenza il primo volantino (vedi allegato) sul “massacro Marlane” dimenticato o occultato dalla stampa locale. Sono passati 10 anni e sulla Marlane Marzotto la giustizia è ben lontana da essere applicata. Non è cambiato nulla se non in peggio.

Per i morti sul lavoro e, soprattutto, per le malattie professionali si trova qualche notizia qua e là … per il resto indifferenza, silenzio, persino ostilità e … rassegnazione. In pratica non si fa niente. E lavoratrici e lavoratori continuano a morire a causa di incidenti e di malattie. E, senza giustizia, anche i morti continuano a morire più e più volte.

Di questo IO ACCUSO chi sta in Parlamento, le associazioni di categoria, i maggiori sindacati italiani … sono tutti coinvolti. Non si vuole affrontare il problema della sicurezza nei luoghi di lavoro. Forse perché significa accusare il capitalismo di essere un sistema spaventoso? Noi dobbiamo farlo sempre, in ogni luogo, in ogni occasione. Dobbiamo farlo con la forza necessaria e di cui siamo capaci consapevoli che CAMBIARE IL SISTEMA E’ L’UNICA SOLUZIONE.

Giorgio Langella

La nota di Carlo Soricelli

Il disegno strategico e classista per distrarre gli italiani dall’immane tragedia che sono le morti sul lavoro, già oltre 1100 dall’inizio dell’anno

Oggi (ieri per chi legge, ndr) due ottobre i morti sul lavoro dall’inizio dell’anno sono diventati 542 sui luoghi di lavoro e 1112 con i morti sulle strade e in itinere, sono due i morti sui luoghi di lavoro anche l’1 ottobre: un operaio di 39 anni ha perso la vita cadendo da un palo telefonico in provincia di Alessandria, e un altro agricoltore è morto schiacciato dal trattore in provincia di Avellino, il giorno prima ne sono morti in modo così atroce altri due; uno di questa aveva solo 21 anni. Ogni anno oltre 500 lavoratori spariscono dalle statistiche delle morti sul lavoro. Lo denuncio da 10 anni, anche il grande giornalista Santo della Volpe aveva constatato questo, purtroppo è morto da qualche anno. Ogni giorno dai 5 ai 10 lavoratori perdono la vita sui luoghi di lavoro e sulle strade, ma nessuno che se ne occupa: neppure quelli che abbiamo mandato in Parlamento per farlo. Quando entrano in parlamento sembra che facciano a tutti un lavaggio del cervello, per far dimenticare loro chi erano prima di entrare in quel porto delle nebbie: perdono i contatti con la realtà, oltre a quella perdono anche l’umanità che dovrebbe accompagnare gli eletti dal popolo. Diventano di pura gomma che rimbalza sui corpi inermi dei nostri lavoratori. Negli ultimi due giorni sono stati 6, ma sembra che muoiono solo quelli che hanno visibilità mediatica come il morto alla FCA di Cassino, spariscono mediaticamente i 3 agricoltori schiacciati dal trattore, in soli due giorni, nelle province di Bologna, di Salerno e Avellino, come quell’operaio caduto da un palo telefonico. È da 12 anni che assistiamo a questa merdosa indifferenza, anche da chi ci sta governando. Si susseguono governi di ogni colore, ma è sempre il solito film per chi lavora: non contate un c… e se morite son c… vostri

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.