Ormai non ci sono più parole – scrive Giorgio Langella, Pci Veneto – che possano servire a esprimere il dolore che si prova di fronte a queste notizie: 1. – Due gravissimi incidenti sul lavoro sono avvenuti oggi (giovedì 24 gennaio) in Veneto. Il primo è costato la vita a un operaio edile di 37 anni a Mason (Vicenza), il secondo ha ridotto in condizioni gravissime un operatore ecologico di Cavallino Treporti (Venezia). 2. – Palermo, incidente sul lavoro: muore schiacciato dal compattatore.
Da inizio anno, in Italia, sono già 39 i morti sul lavoro. In Veneto sono 7. Proviamo a chiederci perché la nostra regione è sempre ai vertici della tragica classifica dei morti sul lavoro. E perché chi occupa le poltrone del governo nazionale e locale non fanno niente. Si limitano, quando lo credono utile, a qualche frase di circostanza. Poi basta. Si torna a “governare”, a fare la “faccia cattiva”, a gridare qualche slogan … i lavoratori continuano a morire … non importa tanto sono diventati nulla più che merce, pezzi di ricambio di una macchina infernale che serve ad arricchire i più ricchi.
Dobbiamo “ricordare con rabbia” che le morti sul lavoro e di lavoro quasi mai sono tragiche fatalità ma effetto di un sistema che mette il profitto individuale al primo posto e che considera chi vive del proprio lavoro null’altro che numeri di una statistica disumana.
Non dobbiamo aspettare l’arrivo della provvidenza o di un miracolo. Risolvere i problemi del lavoro dipende anche e soprattutto da ognuno di noi.
Ribelliamoci e lottiamo per cambiare lo stato di cose presenti.
“Ance Veneto esprime il suo cordoglio per la morte dell’operaio edile che stava lavorando nel cantiere della Pedemontana. Attendiamo tutte le verifiche ed i riscontri delle autorità preposte, ma sono episodi che non dovrebbero accadere. La sicurezza sul lavoro è un tema attuale su cui non dobbiamo abbassare la guardia, ma continuare sul percorso intrapreso”.
Così il presidente di Ance Veneto, Giovanni Salmistrari, interviene sulla morte dell’operaio edile di 37 anni, Gianfranco Caracciolo, deceduto oggi a Mason, nell’area di una rotatoria in via di realizzazione adiacente e collegata al tracciato della Pedemontana .
“Ance Veneto – spiega Salmistrari – nei mesi scorsi ha lavorato insieme alla Regione ed a tutti gli attori coinvolti sul piano strategico sulla sicurezza sul lavoro che è stato varato a luglio. È fondamentale continuare su questo percorso di condivisione e sinergia che sono certo potrà dare i suoi frutti e ci auguriamo salvare delle vite umane. Dobbiamo mettere in campo tutte le misure e gli strumenti possibili per evitare che le persone muoiano, mentre, stanno lavorando. Mi auguro che non si inneschino inutili polemiche e lo scaricabarile della responsabilità perché le morti come queste sono una sconfitta per tutti. La sicurezza del lavoro dev’essere nell’agenda della politica e delle istituzioni non solo nel caso di episodi come questo ma dev’essere considerata una priorità”.
“Su questo fronte – spiega il presidente di Ance Veneto – la nostra attenzione è alta e sentiamo una forte responsabilità. Infatti come associazione lavoriamo su formazione e prevenzione ogni giorno con le nostre scuole edili e con gli enti paritetici dell’edilizia. Il nostro obiettivo è garantire standard di sicurezza ad ogni singolo lavoratore e promuovere questa cultura presso le nostre imprese, che già stanno facendo tantissimo su questo fronte”.
“Solidarietà e vicinanza ai familiari, agli amici e ai colleghi dell’operaio trevigiano morto fulminato nel cantiere della Superstrada Pedemontana Veneta tra Mason e Marostica. È la seconda morte all’interno dei cantieri della Pedemontana, l’ennesima tragedia nei luoghi di lavoro del Veneto dove si sta consumando una strage silenziosa e inaccettabile. L’infortunio sul lavoro non è mai una fatalità: c’è bisogno di investire in prevenzione, a partire dalla Regione che ha tutte le competenze in materia di tutela e sicurezza del lavoro”.
Con queste parole, i consiglieri regionali Piero Ruzzante (Liberi e Uguali), Patrizia Bartelle (Italia In Comune) e Cristina Guarda (Alessandra Moretti Presidente) prendono posizione “dopo l’infortunio mortale sul lavoro avvenuto stamane in uno dei cantieri della Superstrada Pedemontana Veneta, in provincia di Vicenza”.
“Abbiamo depositato una interrogazione – informano i consiglieri regionali – per chiedere alla Giunta regionale urgenti interventi in materia di sicurezza sul lavoro”.
“L’interrogazione a risposta immediata depositata oggi – rendono noto i consiglieri sottoscrittori – ha come oggetto: ‘Altro tragico incidente nei cantieri della Pedemontana: operaio muore fulminato. la Giunta regionale intende intervenire per porre freno alla strage in atto nei luoghi di lavoro del Veneto?”.
“Zaia e la sua Giunta si sono impegnati più volte a intervenire su questo fronte – ricordano Ruzzante, Bartelle e Guarda – ma cos’hanno fatto finora per porre fine a quella che è una vera e propria strage nei luoghi di lavoro del Veneto? Sono stati 69 i caduti sul lavoro nella nostra regione nel corso del 2018: un morto ogni 5 giorni”.
“L’anno scorso, Zaia ha sottoscritto con i Sindacati e le Parti datoriali il ‘Piano strategico per il consolidamento e il miglioramento delle attività a tutela della salute e della sicurezza dei Lavoratori’ – concludono Piero Ruzzante, Patrizia Bartelle e Cristina Guarda – Era prevista l’assunzione di 30 nuovi tecnici della prevenzione negli Spisal già a partire dal 2018, dove sono? Nessuno li ha visti”.
C’è pietà umana e commozione – commenta la Senatrice Pd Daniela Sbrollini – nel commentare la morte dell’operario nel cantiere della Pedemontana. Ma c’è rabbia. Morire sul lavoro a 38 anni. Una vita giovane finita, una famiglia giovane nella disperazione. Una situazione drammatica che nei cantieri si ripete troppo spesso. Non ci sono più parole che non rischino di passare per retorica o routine.
Queste morti però sono impossibili da accettare. Con tutte le norme e con tutti gli strumenti tecnologici a disposizione non si riesce a frenare questa vergogna.
In questo cantiere della pedemontana infinito, che oggettivamente sta martoriando da troppi anni territorio e viabilità, ci troviamo con la seconda vittima. Tre anni fa un messinese, oggi un calabrese. Tradotto: subappalti.
L’immancabile, delicato, sottovalutato utilizzo dei subappalti qualche domanda la pone.
Siamo sicuri che vengano rispettate tutte le normative di sicurezza? Siamo sicuri che le difficoltà economiche legate alla Pedemontana non siano concausa di una difficoltà che si ripercuote anche sulle ditte subappaltatrici? Siamo convinti che non si sia sottovalutata la portata di una opera così complessa? Siamo sicuri che l’ostinazione di farla passare ad ogni costo dove si è pensato – sulla carta – di farla transitare sia sempre la migliore soluzione possibile?
Poi, quando fra anni (!!!) si percorrerà questa nuova arteria, nessuno si ricorderà del sacrificio di vite umane lasciate nei cantieri. Certamente se lo ricorderà per tutta la vita la famiglia di questo giovane, la moglie e i figli che lascia.