Ennesimo lavoratore morto sul lavoro – è scritto in un comunicato di Paolo Benvegnù, candidato presidente lista SAL e segretario regionale PRC, Giorgio Langella, candidato lista SAL, segretario regionale PCI – lunedì scorso si è verificato un gravissimo incidente sul lavoro a Breganze (VI). Un lavoratore poco più che trentenne è caduto da un’altezza di sei metri. Le sue condizioni erano apparse subito gravissime. Purtroppo poche ore fa è arrivata la notizia che questo giovane uomo è deceduto. Alla sua famiglia va tutto il nostro dolore e la nostra vicinanza.
Un’altra vita strappata, distrutta. L’ennesima vittima di una strage che continua a mietere vittime ogni giorno. Una vera e propria guerra. I lavoratori morti per infortunio nei luoghi di lavoro, in itinere, per malattia professionale sono sempre di più, Senza contare chi riporta per tutta la sua esistenza le conseguenze dell’infortunio o della malattia.
Non sono casi isolati, non è l’imponderabile. È la normalità di un sistema che fa della competizione e del profitto l’unica ragione d’essere. Esistono precise responsabilità. Sono di chi appoggia questo modello di sviluppo, di chi si adegua al pensiero unico, di chi crede che il capitalismo sia l’unico sistema possibile, di chi considera normali lo sfruttamento, la precarietà, le retribuzioni insufficienti. Di chi, con le sue imposizioni, obbliga a lavorare sempre di più, in condizioni sempre peggiori, senza sicurezza.
In questi giorni si tessono le lodi a Mario Draghi, si ricorda Cesare Romiti. Agli occhi dei sudditi queste figure assurgono al ruolo di eroi. Hanno salvato l’Italia. Non è così. Hanno salvato le banche, le imprese, i profitti di “lorsignori”.
Noi non siamo sudditi. Siamo contro chi sfrutta. Noi siamo dalla parte di chi ha tenuto e tiene a galla l’Italia, di chi vive del proprio lavoro, di chi fa sacrifici per garantire produzione e servizi pubblici che si vorrebbero privatizzare. Gli eroi del nostro paese non sono i padroni ed i loro “manager”, sono le lavoratrici e i lavoratori che ogni giorno rischiano di morire per condizioni di lavoro precarie, sono quelli che lottano per i propri diritti, che non accettano di essere sfruttati.
Sono loro le donne e gli uomini liberi che si ostinano a non diventare sudditi e che vogliono vivere lavorando meglio e in sicurezza.
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