Motta di Livenza, insulta arbitro donna: “Vai a fare la prostituta”. La reazione della politica

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Un arbitro donna 18enne è stata pesantemente offesa con frasi sessiste da una tifosa durante una partita di basket a Motta di Livenza nel TrevigianoLo si apprende da Il Gazzettino.

Cosa ci fai qui l’8 marzo? Vai a fare la prostituta, vai a casa“, le avrebbe urlato dalla tribuna del palazzetto di Motta di Livenza la madre di uno dei giocatori che si trovavano sul parquet. La giovanissima direttrice di gara, della sezione arbitrale di Padova, dopo essere scoppiata in lacrime, ha mandato le squadre negli spogliatoi, sospendendo la gara, poi ripresa. La persona che si è resa responsabile degli insulti sarebbe stata identificata.

Sulla faccenda si registra la reazione di Andrea Zanoni, consigliere regionale di Europa Verde. “Questo episodio non rappresenta solo un’offesa alla dignità di una professionista, ma ci costringe a delle riflessioni – continua il consigliere regionale – Il linguaggio sessista e misogino risulta talmente diffuso e giustificato, da alcuni, da essere addirittura recepito come ‘normale’ anche da alcune donne. Il fatto che tali insulti siano provenuti da una madre, peraltro durante una giornata simbolo come quella internazionale della donna, rende quanto accaduto ancora più grave e preoccupante. Non è la prima volta che il giudice di gara in questione diviene bersaglio di insulti: un episodio simile avvenne lo scorso dicembre, quando la stessa arbitra fu vittima di ingiurie durante una partita di serie C femminile, portando alla squalifica della squadra per due giornate. Talvolta, questi atteggiamenti varcano la sfera sessista, come già avuto modo di vedere nella nostra regione, durante i match di varie discipline sportive, alcune giocatrici sono state prese di mira anche per il colore della loro pelle”.

“Lo sport è veicolo di inclusione sociale per eccellenza, è la casa di tutti – evidenzia l’esponente di Europa Verde – Non possiamo consentire che, dopo i leoni da tastiera, vi sia una proliferazione di leoni da spalti, ovvero soggetti che praticano l’odio sperando di camuffarsi vigliaccamente tra le masse, senza nemmeno assumersi un briciolo di responsabilità. Nel caso specifico, poi, ci chiediamo come un genitore possa spargere odio in quel modo di fronte ai propri figli o ad altri minori. Le istituzioni non possono minimizzare questi episodi, non possiamo relegarli a ‘episodi da stadio’, perché questi fatti, se lasciati semplicemente scorrere, rischiano di replicarsi anche a scuola, nei luoghi di lavoro, eccetera. La Regione Veneto deve fare la propria parte, promuovendo sempre nuove campagne di sensibilizzazione contro la violenza di genere anche nel contesto sportivo, non solo in occasione dell’otto marzo”.

“Esprimo piena solidarietà ad Alice Fornasier per il coraggio dimostrato nel denunciare queste situazioni e nell’essere tornata in campo nonostante lo shock subito – conclude Andrea Zanoni – A tutte le donne che operano nel mondo dello sport va il nostro sostegno e la garanzia che continueremo a lottare affinché esse possano svolgere il proprio lavoro in un ambiente sicuro e rispettoso”.