Nella serata di mercoledì 18 dicembre, i militanti del Movimento Italia Sociale (M.I.S.) Vicenza hanno organizzato una passeggiata per la sicurezza nel quartiere di San Felice, un’iniziativa che il gruppo politico vicentino porta avanti periodicamente per denunciare il degrado e l’insicurezza percepiti in alcune aree della città.
“Come sempre – ha dichiarato Gian Luca Deghenghi, portavoce del M.I.S. Vicenza – la passeggiata si è svolta in uno scenario surreale. Il quartiere di San Felice, come altre zone della città, dopo il calar del sole diventa una zona quasi deserta, dove la presenza italiana è rara e in netta minoranza rispetto a quella straniera. Purtroppo, molte di queste presenze straniere risultano poco inclini alla civile convivenza.”
Secondo Deghenghi, il quartiere sarebbe teatro di situazioni di degrado legate a spaccio, consumo di droghe e alcool, comportamenti incivili e mancanza di rispetto per il decoro urbano e la sicurezza pubblica. “Il territorio – ha aggiunto – è completamente in balia di questi fenomeni, e chi ci vive si sente come in una riserva, assediato e progressivamente sostituito nella gestione del quartiere.”
Durante la passeggiata, i militanti del movimento hanno voluto inviare un messaggio simbolico ai residenti. “Dal Park Cattaneo – racconta Deghenghi – abbiamo lanciato un segnale di fumo tricolore, imitando simbolicamente gli Indiani d’America, per sottolineare che gli italiani, in molte aree della città, sembrano destinati a fare la stessa fine, confinati e isolati.”
Il portavoce ha concluso ribadendo l’importanza di un’azione più diretta da parte dei cittadini. “La presenza fisica e il presidio deciso, ma sempre nella legalità, delle proprie strade da parte dei vicentini è, a nostro avviso, l’unico modo per tornare a vivere in sicurezza ed essere padroni in casa propria.”
L’iniziativa del Movimento Italia Sociale Vicenza susciterà, di certo, reazioni contrastanti, tra chi sostiene la necessità di maggiore attenzione alla sicurezza urbana e chi critica le modalità e le dichiarazioni del movimento, accusandolo di fomentare divisioni sociali.