“Mulinobianco”, al Giardino del Teatro Astra di Vicenza giovedì 5 agosto

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È un atteso ritorno, quello di giovedì 5 agosto (ore 21.15) nel Giardino del Teatro Astra: a pochi giorni dal debutto nell’ambito di “Operaestate Festival Veneto”, Babilonia Teatri fa tappa nell’arena estiva di Contrà Barche. La compagnia, una delle più brillanti, mature e complesse realtà della ricerca teatrale italiana, presenterà al pubblico vicentino il suo ultimo lavoro dal titolo “Mulinobianco. Back to the green future”. L’appuntamento fa parte del festival “Terrestri d’estate”, curato da La Piccionaia con il sostegno di AGSM AIM e inserito nell’ambito del cartellone “Vicenza estate 2021 – cultura, spettacoli, divertimento” del Comune di Vicenza, con il contributo del Ministero della Cultura.

 “Mulinobianco” è la nuova tappa nel percorso di ricerca “pop, rock, punk” della formazione che, partendo da Oppeano nel veronese, è esplosa nel panorama nazionale nel 2007 con “Made in Italy” ed è stata in questi anni artefice di un’invenzione linguistica che ha rivoluzionato la sintassi della scrittura scenica contemporanea. Un percorso pluripremiato – tra gli altri riconoscimenti, due Premi Ubu e, nel 2016, il Leone d’Argento alla Biennale Teatro di Venezia -, al servizio di un’idea di teatro come specchio della realtà che, con ironia e cinismo, affetto e indignazione, muove dall’urgenza di interrogarsi sul presente per far emergere conflitti e tensioni.

Lo spettacolo è scritto dagli storici fondatori della compagnia, Enrico Castellani e Valeria Raimondi, che con Luca Scotton si sottraggono alla scena, affidandola, come già accaduto in passato – vedi ad esempio “Pinocchio” e la trilogia “Inferno”, “Purgatorio”, “Paradiso” – alla verità del mondo reale: questa volta attraverso due bambini, Ettore Castellani e Orlando Castellani.  “Due bambini soli sulla scena – spiegano Castellani e Raimondi – che parlano ad una platea di adulti e ci raccontano il loro punto di vista sul futuro del mondo. Lanciano proclami e provocazioni, ci incalzano e ci beffano, vanno avanti e indietro nel tempo, contrappongono la fine e l’inizio: un eden perduto e lontano, verso il quale nessuno di noi vorrebbe tornare, e un tramonto che ci spaventa, ci attrae e ci inghiotte. Si muovono tra animali totem, banchi spuri e croci iconoclaste, tra l’indicibile e il non detto. Ci consegnano un mazzo di fiori finti, senza chiarire se siamo chiamati a riconoscere che anche i polimeri sintetici possono essere belli o se vogliono ricordarci che le piante torneranno presto ad essere le sole padrone del mondo”

Prodotto da Babilonia Teatri e La Corte Ospitale, e co-prodotto da Operaestate Festival Veneto in collaborazione con Dialoghi – Residenze delle Arti Performative a Villa Manin 2021“Mulinobianco” si interroga sulla relazione che abbiamo instaurato con il pianeta che abitiamo: “A quanto pare, l’unico abitato – continua la compagnia – nonché l’unico abitabile nell’intero universo. Abitiamo in un luogo, se non per altro, anche solo per queste ragioni, piuttosto prezioso. Da quanto siamo qui? Quando scade il nostro contratto d’affitto? Esistono delle clausole nel contratto di locazione? Quali? Chi l’ha redatto? Chi è il proprietario? La possibilità che noi si venga sfrattati quanto è vicina? Sono domande a cui solo gli scienziati possono rispondere. Sono domande che solo i bambini possono porre. Dall’alto della loro scienza e della loro saggezza, dall’alto del loro sapere. Il futuro è loro. Sono loro che ci interrogano, che ci incalzano, che disegnano un quadro inquietante nel quale siamo ritratti di spalle: in fuga. A testa china: intenti nelle più svariate occupazioni, ma incapaci di vedere dove siamo e cosa stiamo facendo”.

Babilonia Teatri condivide con il pubblico molte domande che accompagnano e assillano l’umanità, ben consapevoli di non avere una risposta univoca, ma anche di non poterle accantonare, usandole per approfondire temi cari alla compagnia e urgenti per il mondo contemporaneo. Con il loro stile inconfondibile, muovendosi tra il racconto e la riflessione, tra il pubblico e il privato, all’interno di un gioco che prevede di mettersi al centro e allo stesso tempo di osservarsi dall’esterno, con ironia e cinismo, in una continua e complessa altalena tra completa adesione alle proprie idee e la disponibilità a metterle in crisi e a sorriderne. Luci, audio, direttore di scena Luca Scotton, Vfx video Francesco Speri.