I Murales di Diamante: un’esperienza artistica nel paese dai nasi all’insù

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murales di diamante sfhir

Fa un certo effetto passeggiare per le strade di una località di mare calabrese e scorgere un murales gigante raffigurante il volto di Jean-Michel Basquiat fare bella mostra di sé sulla parete di un edificio. Tanto più se quella costruzione è il municipio cittadino.

È questo che hanno pensato in molti quando ad agosto del 2021 hanno potuto apprezzare un’opera firmata da Jorit, noto street artist italiano, realizzata a Diamante, località balneare della Calabria, in provincia di Cosenza.

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Murales di diamante: l’opera di Jorit dedicata a Basquiat (foto: Raicultura)

E non che, in senso stretto, questa costituisca una novità da queste parti, dal momento che da decenni si porta dietro il titolo di Città dei Murales. Soltanto che alla tradizione di adornare gli edifici cittadini con questa tecnica pittorica è stato dato di recente un nuovo e moderno impulso.

Tanto che della stessa “infornata” di nuove opere fanno parte anche quelle del padovano Tony Gallo, il madrileno Kraser e la milanese SteReal, tutti performer di street art molto attivi in tutto il mondo.

Le loro opere, realizzate l’estate scorsa, hanno arricchito il già consistente patrimonio costituito da oltre 200 murales che è possibile vedere sui muri di Diamante. Il fenomeno, a questo punto, merita una piccola ricostruzione storica.

1981: Operazione Murales – Bisogna tornare indietro al 1981, ovvero a quando tutto è iniziato grazie a una felice intuizione dell’artista Nani Razzetti. Ovvero, la realizzazione di dipinti sulle pareti delle abitazioni dell’antico borgo marinaro come azione per la rivitalizzazione urbana, rendendo gli abitanti diamantesi (in gran parte proprietari delle mura dipinte) custodi non tanto dell’opera in sé, quanto del suo significato.

In queste opere, infatti, si trovano rappresentati tratti essenziali della cultura locale e calabrese in generale, ma anche messaggi sociali e testimonianze dell’evoluzione dei tempi.

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Un Murales di Diamante che richiama la cultura del posto

Allora furono invitati a dipingere in questo modo Diamante una ottantina di artisti da tutto il mondo, cambiando per sempre l’aspetto della cittadina che, grazie ai murales è  diventata sempre più col tempo un’attrazione turistica, coltivata in maniera costante durante gli anni, con restauri delle opere intaccate dal tempo e con la realizzazione di nuovi murali.

Fino appunto alla cosiddetta “Diamante Murales 40”, un’operazione artistica nell’ambito della celebrazione dei primi quaranta anni dell’idea originaria e che ha portato alla realizzazione dei nuovi dipinti ad opera degli street artist di cui abbiamo detto all’inizio.

Il paese dai nasi all’insù – Tutto questo ha generato una serie di appellativi per la cittadina calabrese. Oltre alla già menzionata “Città dei murales”, si va dalla “Città più dipinta d’Italia” a “Il paese dei nasi all’insù“.

Quest’ultima, di più recente formulazione, è forse la più evocativa dell’esperienza che si potrebbe vivere se si decidesse di scoprire con i propri occhi questa galleria a cielo aperto, percorrendo vicoli e strade guardando spesso verso l’alto.

A cominciare dal già citato antico borgo marinaro di Diamante, sviluppatosi attorno alla cosiddetta Torre del Semaforo, opera militare con funzione di avvistamento fatta edificare nel XVI secolo da Girolamo Sanseverino, principe di Bisignano.

Lungo le sue stradine lastricate di pietra e permeate dalla salsedine, grazie al fatto che il mare dista solo pochi metri, è possibile ammirare soprattutto i murales degli Anni ’80.

Ad oggi, praticamente non esiste un angolo del centro storico che non custodisca uno dei tanti murales che, con l’esaurimento dei muri a disposizione, sono stati via via realizzati anche in altre aree di Diamante, compresa la fascinosa contrada marina di Cirella.