Da qualche tempo a Castelforte, nel Lazio meridionale ai margini della Riviera di Ulisse e ben dentro i Monti Aurunci, è stato realizzato un importante museo, rivolto alla salvaguardia e alla promozione della memoria di uno degli eventi più funesti che ha mai colpito il territorio del Cassinate: la seconda guerra mondiale, con la Linea Gustav che ha attraversato il territorio per dei lunghissimi mesi tra il 1943 e il 1944.
Come noto, proprio in questo territorio l’esercito tedesco in ritirata ha deciso di posizionare uno dei più imponenti sbarramenti militari che la storia bellica ricordi: la linea Gustav. Partiva da Minturno per poi seguire parte del Garigliano, arrivare a Cassino e poi allungarsi fino al Mare Adriatico. Una trincea posta al punto in cui la penisola italiana diventa più stretta, e complici fiumi e montagne, in grado di resistere per molti mesi.
Il territorio è stato dunque soggetto per molti mesi ad attacchi continuativi, con la popolazione ridotta alla fame, in parte sfollata, in parte costretta a lavorare per l’esercito tedesco. A distanza di quasi ottanta anni, però, la memoria degli eventi bellici locali si è andata affievolendo, come Vipiu ha già evidenziato quando ha presentato l’Historiale di Cassino. Anche i libri di storia oggi poco si soffermano su quella parte della seconda guerra mondiale, e i mass media hanno nel tempo posto i propri riflettori su altre vicende, altrettanto drammatiche e non meno cruente (le deportazioni, lo sbarco in Normandia, i partigiani, gli eccidi del nord Italia).
Una guerra che rischia quindi di essere dimenticata, mentre ancora oggi lascia i segni su un territorio privato della sua fisionomia millenaria (gli abitati di Castelforte, Santi Cosma e Damiano sono stati completamente rasi al suolo, come quello di Cassino).
Ad arginare questo processo di oblio, è sorto dunque il museo di Guerra Linea Gustav Fronte Garigliano, a cura dell’omonima associazione. Un museo gestito esclusivamente da volontari, appassionati di storia locale e loro stessi ricercatori. E quando si dice ricercatori, si intende proprio persone armate di palo e piccone a scavare nel terreno alla ricerca di reperti bellici. Da tutto ciò, è nato il museo, che non è solo un contenitore di oggetti, bensì una miniera di storie. Storie di guerra, certo, ma anche storie di persone, di soldati, di civili, di lettere e di piastrine di riconoscimento rinvenute e consegnate ai discendenti ottanta anni dopo la dipartita. Il percorso al museo con la guida è un dedalo di storie simili, tutte tristi, che hanno macchiato di sangue il territorio del Basso Lazio.
Per le visite occorre fissare un appuntamento. Ecco i contatti: Tel. 328 681 0710 email:lineagustavfrontegarigliano@gmail.com . E, a dimostrazione dello spirito puramente volontaristico del museo, l’ingresso al museo è totalmente gratuito. Chi vorrà potrà lasciare un’offerta libera.