(Articolo sul Museo d’arte sacra di Monte Berico di Agata Keran, Storica dell’arte e curatrice scientifica del Museo d’arte sacra di Monte Berico da Vicenza Più Viva n. 3 dicembre 2023-gennaio 2024, sul web per gli abbonati tutti i numeri, ndr).
In mostra accanto ad alcuni capolavori una messe di doni votivi materialmente più umili, ma spiritualmente altissimi.
Fondato negli anni Novanta del secolo scorso come luogo di conservazione e riallestito integralmente nell’ultimo triennio, il Museo d’arte sacra di Monte Berico ha aperto al pubblico in modo costante le sue porte da gennaio 2023, con il desiderio di far conoscere ai pellegrini e ai visitatori un raro scrigno d’arte, di memoria e di spiritualità.
Nei primi dieci mesi di apertura (ogni sabato, ore 10.00-12.00 e 14.00-18.00), grazie ai volontari “Amici del Museo di Monte Berico”, molti sono i gruppi – le associazioni, le parrocchie, le scuole, le famiglie, i gruppi di catechismo, le università della terza età, addirittura una delegazione della Guardia svizzera pontificia – che si sono affacciati con stupore e curiosità a questa realtà apparentemente piccola, situata nel cuore del convento quattrocentesco. Il percorso museale si svela poliedrico e ricco di testimonianze multiformi di una devozione fiorita nel corso dei secoli, dove accanto ad alcuni capolavori, troviamo una messe di doni votivi materialmente più umili, ma spiritualmente altissimi. Tutti questi manufatti esprimono, ciascuno a proprio modo, un profondo sentimento umano e religioso, individuale e collettivo, di speranza e di affidamento, racchiuso nel corpo fisico degli oggetti e capace di rispecchiare l’anima di chi si è fatto donatore “per grazia ricevuta”.
Il museo diventa così un luogo sempre nuovo – poiché rigenerante – della storia vissuta in prima persona. L’itinerario figurativo si snoda in una molteplicità di narrazioni religiose, antropologiche e biografiche che elevano lo spirito al di sopra dei paradigmi chiusi di un’epoca o di un clima culturale, in grado di puntare lo sguardo sul valore universale e assoluto dell’incontro tra Dio e l’uomo, comune a tutte le latitudini.
Diretto da padre Roberto Maria Cocco, frate Servo di Maria (con la curatela scientifica di Agata Keran, storica dell’arte ed esperta del patrimonio culturale dello stesso ordine religioso, ndr), lo spazio museale ispirato ai principi “della catechesi, del culto, della cultura e della carità” – come suggerito nella Lettera circolare sulla funzione pastorale dei musei ecclesiastici (2001) della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa – si può visitare autonomamente o con un accompagnamento, finalizzato a offrire una panoramica su vari nuclei e oggetti d’arte qui esposti, provenienti in parte anche da altre comunità legate all’Ordine dei Servi di Maria, in particolare da Venezia e Verona.
Tra più di 300 cimeli in esposizione nel suggestivo spazio museale, sede dell’antica foresteria, spicca in particolare una magnifica Pietà su tavola lignea, attribuita all’iconografo cretese Andreas Pavias, datata tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo, frutto di una raffinata commistione tra stilemi tardo-bizantini e un’iconografia di matrice occidentale, quella del compianto della Madre di Dio. Di interesse cruciale per la storia del Santuario è il deposito storico di ex voto, circa 130, prodotti nei sei secoli della devozione mariana a Monte Berico. Sorprende, inoltre, il ritratto votivo del nobile Francesco Tiepolo, capitanio di Vicenza, realizzato attorno al 1597-1599 e attribuito agli “Haeredes Pauli Caliari Veronensis”. Il dipinto rappresenta il gesto simbolico della devozione di un uomo di governo alla Madonna, con sullo sfondo uno scorcio della città berica immersa nella cornice dei colli.
Info e prenotazioni di visite guidate e percorsi didattici: museomonteberico@gmail.com