Museo del Risorgimento e della Resistenza, restaurate le lapidi ai Caduti

285

Sabato 28 settembre alle 10.30, al Museo del Risorgimento e della Resistenza di Villa Guiccioli, viene presentato alla città l’intervento di restauro sulle lapidi ai Caduti vicentini della Prima Guerra Mondiale, realizzato dall’Associazione Nazionale del Fante – sezione di Albettone. Alla cerimonia interverrà, insieme con il presidente provinciale dell’associazione Manuele Bozzetto e una vasta rappresentanza dei Fanti vicentini, l’assessore alle attività culturali del Comune Simona Siotto.

“L’amministrazione comunale è riconoscente per la generosa offerta dell’Associazione Nazionale del Fante, sempre presente nella disponibilità di volontariato – dichiara l’assessore alla cultura Simona Siotto -. Questo importante intervento, che ha riportato alla leggibilità una testimonianza della memoria della Guerra, rappresenta anche un tributo ai caduti della nostra terra in un luogo, il Museo del Risorgimento, tanto caro ai Fanti e alla città tutta”.

Il minuzioso lavoro di ripristino è stato compiuto, a titolo volontario, grazie alla sensibilità della sezione dei Fanti di Albettone e del presidente Ulisse Boaretto, nei mesi di luglio e agosto, per ricordare la figura di Marcello Mantovani nel decennale della scomparsa (avvenuta il 19 febbraio 2009 a Vicenza).

Un primo intervento di restauro, risalente al 1998, era stato infatti realizzato sempre dall’Associazione del Fante su impulso dello stesso Marcello Mantovani, già fondatore nel 1945 della sezione vicentina del Fante e presidente nazionale dell’Associazione del Fante dal 1974 al 1992. Una cospicua parte del suo archivio personale (cimeli, documenti e immagini delle vicende dei Fanti in ambito provinciale e nazionale) è conservata in Biblioteca Bertoliana e al Museo di Villa Guiccioli.

L’intervento di pulizia e ripristino dei nomi dei caduti vicentini incisi sulle lapidi, ripassati con l’originale colore rosso, si deve alla certosina pazienza del fante Alfonso Malandrin che ha lavorato per molti anni come marmista: lettera per lettera ha riportato all’originaria nitidezza i nomi resi illeggibili dai segni del tempo.

Cominciando dalla carteggiatura di tutte le lapidi per togliere la patina di incrostazioni, Malandrin con particolare attenzione è passato poi all’incisione con utensili diamantati di ogni singola lettera, usufruendo della consulenza del Museo per quei nomi di caduti che erano diventati indecifrabili. E’ stato poi necessario levigare le superfici marmoree in due fasi, con carta grossa e con carta fine, e stuccare le piccole imperfezioni in vari punti. Con il supporto di altri Fanti volontari, tutte le lettere sono state ritoccate con il colore rosso.

Per proteggere ancor meglio i manufatti, è stata passata una mano di speciale impregnante che funge da pellicola protettiva per l’acqua e le intemperie.

Per ripulire le oltre 12.000 lettere che compongono tutti i nomi dei caduti incisi delle 30 lapidi sono state impiegate circa 300 ore di lavoro.

Le lapidi posizionate nell’area prospiciente il Museo, accanto alla cripta dove si trova il sarcofago con i resti dei combattenti del 1848, rappresentano uno dei monumenti vicentini più importanti della Grande Guerra. Sulle 30 lapidi sono riportati anche i nomi dei caduti delle guerre di Libia, del 1915-1918 compresi i caduti in Africa orientale e in Spagna.