Chi di assembramento ferisce di assembramento perisce. È vero che le regole devono essere uguali per tutti, è altrettanto vero che le istituzioni per prime devono dare il buon esempio. Matteo Salvini, leader della Lega, si è scagliato contro il governatore della Campania De Luca ai microfoni di Mattino 5 dopo la vittoria dell’ex Milan Gattuso in Coppa Italia, da lui spesso criticato: “Di fronte ai festeggiamenti di ieri visti a Napoli mi chiedo dove fosse De Luca. Hanno rotto le scatole a me per i miei selfie con le persone e ieri c’era qualche migliaio di tifosi”.? L
‘ex ministro dell’Interno e attuale senatore si riferisce alla manifestazione del 2 giugno a Roma organizzata da lui e dalla Meloni con migliaia di persone assembrate e le domande incalzanti di alcuni giornalisti come Floris su distanziamento e mascherine. Se Salvini non vuole “rotture di scatole”, verrebbe da dire, abbandonasse la carriera politica tornando ad essere un normale cittadino e non una figura pubblica con obblighi e responsabilità.
Eppure, secondo quanto riporta “TuttoNapoli“, i tifosi erano consapevoli della situazione particolare che stiamo vivendo: ieri sera all’esterno del San Paolo, infatti, dopo la vittoria della Coppa Italia è stato esposto uno striscione che diceva: “Il cuore batte forte… In Silenzio per rispetto della morte”, a firma Ultras Napoli 1972, uno dei gruppi della Curva B.
In campo quando i giocatori vanno a protestare dall’arbitro non si mettono certo in fila distanti un metro, come faceva notare Balasso in occasione della semifinale Juve-Milan. Gli europei sono saltati, ma avendo scelto di proseguire Coppa Italia, Serie A, Champions ed Europa League, andavano messi in conto anche i tifosi nelle piazze. Del resto il direttore del TGLa7 e di Open Enrico Mentana ha difeso i tifosi del Napoli.
«Il calcio senza festeggiamenti è un gioco da Playstation -ha detto Mentana commentando le parole di Ranieri Guerra dell’Oms che aveva definito “sciagurati” i tifosi del Napoli. – Fossi stato tifoso del Napoli sarei sceso in strada anch’io».
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