Sono state presentate a un’ora e mezza di distanza l’una dall’altra le due candidature alla presidenza della Provincia di Vicenza, quella del sindaco di Montegalda, Andrea Nardin, e quella del primo cittadino di Caldogno, Nicola Ferronato.
Com’è noto la corsa di due candidati è nata dalla impossibilità di proporre, per la successione di Francesco Rucco, ai “grandi elettori” (la Provincia è ente di secondo livello e il corpo elettorale è composto da sindaci e consiglieri comunali) un solo nome all’insegna della “Casa dei Comuni”, espressione coniata da Achille Variati, primo presidente dopo la riforma Del Rio, e abbracciata dal suo successore Francesco Rucco.
Alle due candidature è in realtà sottostante un complesso scenario politico in cui s’intrecciano, oltre ai tradizionali schieramenti di Centrodestra e Centrosinistra, la complessità delle liste civiche altrettanto diversamente orientate, le anomale fratture all’interno della Lega e di Fratelli d’Italia e, si dice, anche qualche rancore personale fra alcuni sindaci.
Nel frullatore che ne è derivato si ritrovano sostegni, palesi e dietro le quinte, alle due candidature che sono solo di segno politico e certo non amministrativo e che preludono agli schieramenti nelle prossime elezioni comunali. Per i rispettivi programmi bisognerà aspettare qualche giorno (le elezioni sono in programma il 29 gennaio) ma i due sindaci in corsa si richiamano entrambi alla esperienza trasversale della “Casa dei Comuni” anche se questa è tramontata proprio per la mancata discesa in campo di un solo candidato.
“Vicenza casa comune” è il nome della campagna di Andrea Nardin che ha a suo sostegno (in tre giorni sono state raccolte 400 firme) un insieme di amministratori civici veramente trasversale perché riunisce Centrodestra e Centrosinistra, comuni grandi e piccoli di ogni parte della provincia.
Alla presentazione della candidatura di Nardin c’erano, fra gli altri, i primi cittadini di tre grandi centri della Provincia: quello di Schio, Valter Orsi (promotore della candidatura), quello di Valdagno, Giancarlo Acerbi, e quello di Thiene, Gianantonio Michelusi. Un blocco palesemente legato all’Alto Vicentino, come ha sottolineato Nardin, che ha ricordato di poter contare su voti provenienti da Lonigo, Costabissara, Bassano ma anche da Zovencedo e da Laghi.
I grandi temi del programma del sindaco di Montegalda sono la scuola, i territori della montagna e dei piccoli comuni, l’occupazione, le pari opportunità e l’economia. Alcuni sono stati già concordati con categorie economiche e sindacali: la SP 46, la ferrovia Vicenza-Schio, la ciclovia del Brenta, la sinistra Agno.
Nicola Ferronato si è presentato senza il folto stuolo di accompagnatori del rivale ma con un parterre de roi importante: il vicesindaco di Vicenza Matteo Celebron (commissario della Lega) e l’assessore alle Infrastrutture del Comune di Vicenza Mattia Ierardi (coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia), l’ex ministro e ora senatrice Erica Stefani e il consigliere regionale Nicola Finco, entrambi del Carroccio, il consigliere regionale di FdI Joe Formaggio e i rappresentanti di Forza Italia, Azione, Italia Viva e Per una Grande Vicenza, partiti e liste che concorrono al sostegno di Ferronato.
Anche se le firme raccolte dalla candidatura del primo cittadino di Caldogno sono un centinaio in meno (316) di quelle a sostegno di Nardin, si pronostica un peso elettorale numericamente superiore per il primo. Ma non poca incertezza è legata ai voti di Lega e Fratelli d’Italia che, al di là del supporto ufficialmente unitario, in realtà il 29 gennaio voteranno frazionati al loro interno.
Ferronato, negli ultimi due anni presidente della Conferenza sociosanitaria dei sindaci, si è presentato come “sindaco dei sindaci” e deciso a lavorare (anche lui) in continuità con la la Casa dei Comuni. “Proporrò sul territorio – ha promesso – la buona amministrazione che facciamo nei Comuni.”
Anche Ferronato si è riservato di esprimersi sul programma, ancora in fase di elaborazione. “Farò di tutto per vincere” ha concluso.