Il “Natale” è la festa che secondo la tradizione religiosa si celebra il 25 dicembre e commemora la nascita di Gesù.
Quest’anno Gesù nasce all’ombra della guerra, tra le macerie di una storia che non ha rinunciato a mietere, con tonnellate di bombe, vite di poveri inermi, colpevoli di essere nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Cristo nasce oggi sul fronte russo-ucraino e nel cuore del confitto israelo- palestinese, dove i torti e le ragioni non sono mai da una sola parte, ma sostanziano velleità di contesa e di potere.
In questo travaglio, dover parlare di pace quando tutto sembra dire che non vi sia più speranza, sembra impossibile, ma in realtà, il Natale continua a essere uno squarcio nella storia, l’attesa del mondo che cerca pace e futuro, perché non c’è futuro senza pace.
La pace non è accessoria, non è facoltativa la pace, è vita, è la sola possibilità per vivere.
L’esigenza della pace coinvolge tutti e impone di perseguire progetti e dare testimonianze concrete… Ecco perché ho scelto di presentarvi la lettera di Antoine Leiris, giornalista e scrittore francese, che ha avuto la forza di usare parole di pace, di fronte alla morte e alle ingiustizie.
Antoine durante l’assalto dei terroristi dell’Isis al Bataclan, si ritrova in pochi attimi, vedovo e padre “solitario” di un bimbo, Melvil, di soli diciassette mesi. Nonostante lo shock per il terribile attentato e il tremendo dolore per la morte della moglie, affida il suo messaggio a Facebook, e commuove il mondo con un testo che intitola “Non avrete il mio odio”. Una lettera piena di dolore, ma non di disperazione, perché nemmeno l’odio viene concesso alle “anime morte”.
“Venerdì sera avete rubato la vita di un essere eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio fglio ma voi non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio saperlo, siete delle anime morte. Se questo Dio per il quale voi uccidete ciecamente ci ha fatto a sua immagine, ogni proiettile nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore. Allora non non vi farò questo regalo di odiarvi. L’ avete cercato tuttavia ma rispondere all’odio con la rabbia sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi ciò che siete. Voi volete che io abbia paura, che guardi i miei concittadini con un occhio diffdente, che sacrifchi la mia libertà per la sicurezza. Perso. Lo stesso giocatore gioca ancora. L’ho vista stamattina. Infne, dopo notti e giorni d’attesa. Era così bella come quando è uscita questo venerdì sera, così bella come quando me ne sono innamorata perdutamente più di 12 anni fa. Naturalmente io sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di breve durata. So che lei ci accompagnerà ogni giorno e che ci ritroveremo in quel paradiso delle anime libere a cui non avrete mai accesso. Siamo due, io e mio fglio, ma siamo più forte di tutti gli eserciti del mondo. Non ho peraltro non più tempo da dedicarvi, devo raggiungere Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha 17 mesi appena, mangerà la sua merenda come tutti i giorni, poi andremo a giocare come tutti i giorni e per tutta la sua vita questo piccolo ragazzo vi farà l’affronto di essere felice e libero. Perché no, non avrete nemmeno il suo odio“.
Questa lettera è diventata un libro, poi una rappresentazione teatrale ma soprattutto una testimonianza, un messaggio di pace, come lo è il Natale. La grande speranza del Natale, di questo Natale è proprio la realizzazione di questo desiderio: la pace, che richiede ogni giorno più operai e operatori di pace.
Proprio la nostra epoca, flagellata da tensioni e violenza, è alla ricerca di quest’annuncio. Le persone anelano alla pace, all’amicizia e alla vicinanza.
La nascita di Gesù Cristo è il messaggio di pace di Dio al nostro mondo pazzo, guidato da divinità come: il denaro, l’avidità e l’avarizia. Un messaggio di grande speranza: il Signore ci è vicino attraverso Gesù, in particolare in questi tempi bui.
Per questo il Natale è un simbolo di conforto e il suo miracolo si ripete ogni qual volta le persone riescono a creare un’atmosfera di accoglienza, incontrandosi a livello umano, anche durante l’anno.
Come si può leggere nella Bibbia, Dio non ama solo le persone animate da buona volontà, ma soprattutto le “pecorelle smarrite”, e questo infonde speranza in tutti noi.
Bibliografa
Non avrete il mio odio – 28 aprile 2016di Antoine Leiris (Autore), Lucia Corradini (Traduttore)