National Biodiversity Future Center, presentazione al Teatro Olimpico di Vicenza: 320 milioni di euro stanziati, coinvolte oltre 1800 persone

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National Biodiversity Future Center
National Biodiversity Future Center, la presentazione: da sinistra: Tommaso Anfodillo, Andrea Pilastro, Tomaso Patarnello, Maria Berica Rasotto e Francesco Frati

National Biodiversity Future Center (NBFC) è una proposta del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e sarà finanziato dal PNRR con oltre 320 milioni di euro. È stato presentato ieri, 16 novembre, al Teatro Olimpico di Vicenza e coinvolgerà oltre 1800 persone, tra ricercatori e giovani. NBFC sarà il primo Centro nazionale di ricerca dedicato al monitoraggio, alla conservazione, al ripristino e alla valorizzazione della biodiversità italiana e mediterranea. 

La presentazione è stata aperta dal saluto del Presidente dell’Accademia Olimpica, Giovanni Luigi Fontana, e moderato da Maria Berica Rasotto. Inoltre, dopo l’intervento di Francesco Frati, docente di zoologia all’Università di Siena e capo dello Spoke 3, sono intervenuti 3 docenti dell’Università di Padova: Tommaso Anfodillo, docente di ecologia forestale, Tomaso Patarnello, docente di zoologia, e Andrea Pilastro, docente di zoologia del Dipartimento di Biologia. Il centro sarà organizzato in 6 categorie (Spoke) dedicate a mare, terre e città, collegati a formazione e comunicazione della conoscenza. L’obiettivo è quello di coinvolgere il maggior numero possibile di persone, trasformando questo progetto da ricerca ad un metodo interattivo per imparare. 

Biodiversità al centro del NBFC

L’intervento di Frati ha voluto evidenziare come anche le politiche europee riguardanti la biodiversità siano cambiate negli anni. “L’8 febbraio 2022, in piena uscita dalla parabola del covid, il Parlamento modifica l’art. 9 della costituzione inserendo i temi della difesa dell’ambiente, inserendo la parola biodiversità ed ecosistemi che veramente rappresenta un impegno preciso del Paese”. Queste sono le sue 4 parole di speranza di cambiamento: monitoraggio, conservazione, restauro e valorizzazione. Il progetto vuole creare una banca dati, anche grazie agli strumenti della tassonomia integrata. Non si limiterà a riconoscere un determinato tipo di animale, ma si occuperà anche di studiarlo grazie alle tecnologie che sono state sviluppate salvandone in un archivio le specifiche genetiche e genomiche.

Andrea Pilastro ha illustrato come le ondate di calore del 2023 abbiano influenzato le vite dei volatili, con un focus sul Falco Grillaio, un piccolo rapace migratore che nidifica nelle aree di steppa mediterranea. La ricerca si è sviluppata soprattutto a Matera, che ospita la più grande colonia europea di questo rapace che nidifica in palazzi abbandonati o poco abitati. Il docente ha affermato: “Uno dei problemi per capire come sarà la biodiversità nel futuro è anche capire quanto la crisi climatica abbia effetto sulle prede”, in questo caso grilli ed insetti. Grazie a dei pezzi di compensato montati all’esterno delle cassette nido artificiali, confrontandoli con quelli sprovvisti, e delle fotocellule, sono riusciti a vedere gli effetti di quanto il caldo possa influenzare la crescita dei rapaci.

Il National Biodiversity Future Center sarà coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e coinvolgerà 48 istituzioni tra università ed enti di ricerca, che collaboreranno insieme anche ad aziende di tutto il Paese.