Navalny, morte è mistero e Russia fa muro. La moglie Yulia oggi al Consiglio Ue

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Yulia Navalnaya, moglie di Alexei Navalny morto in carcere in Russia all’età di 47 anni, sarà oggi al Consiglio Affari Esteri dell’Ue. A darne notizia è stato ieri l’alto rappresentante per gli Affari esteri dell’Ue, Josep Borrell su X.

“I ministri dell’Ue invieranno un forte messaggio di sostegno ai combattenti per la libertà in Russia e onoreranno la memoria di Alexei Navalny” aggiunge. “Il messaggio è chiaro: abbiamo un ‘problema russo’ di fronte a noi e questo rappresenta una grande sfida” aveva detto Borrell durante la Conferenza sulla Sicurezza di Monaco. Secondo quanto scrive Novaya Gazeta, che cita una fonte delle unità paramediche, il corpo di Navalny è nell’obitorio dell’ospedale distrettuale di Salekhard in Siberia e presenterebbe dei lividi, sembra non derivanti da percosse.

“Da paramedico esperto, posso dire che le ferite descritte da coloro che le hanno viste sembravano essere dovute a convulsioni… Se una persona ha le convulsioni e gli altri cercano di trattenerla ma le convulsioni sono molto forti, presentano lividi. Hanno anche detto che aveva un livido sul petto, del tipo che deriva dal massaggio cardiaco indiretto”, ha affermato la fonte.

“Quindi hanno cercato di rianimarlo, e probabilmente è morto per arresto cardiaco”, ha proseguito il paramedico. “Ma nessuno dice nulla sul motivo per cui avrebbe avuto un arresto cardiaco”. Novaya Gazeta Europa scrive inoltre che “dopo la morte improvvisa di Navalny venerdì, il suo corpo è stato inizialmente portato nella città di Labytnangi, a 36 chilometri dalla colonia penale dove è morto nel villaggio di Khark, nel distretto autonomo di Yamalo-Nenets, nell’estremo nord della Russia.

Tuttavia, fonti rivelano che il corpo è stato poi trasferito venerdì all’ospedale clinico distrettuale nella capitale regionale di Salekhard”. “Di solito i corpi delle persone che muoiono in prigione vengono portati direttamente all’Ufficio di medicina legale in via Glazkova, ma in questo caso sono stati portati all’ospedale clinico per qualche motivo”, ha detto un paramedico del servizio di ambulanza di Salekhard.

“Lo hanno portato all’obitorio e poi hanno piazzato due poliziotti davanti alla porta. Naturalmente, tutti volevano sapere cosa fosse successo, di cosa si trattasse e se stessero cercando di nascondere qualcosa di serio”.

Ben presto, prosegue, è emerso che il corpo consegnato era quello di Alexey Navalny e che la sua morte “non era di natura criminale”, un termine usato per indicare che non erano coinvolte armi da fuoco. Si è poi sparsa la voce – afferma la fonte – che ai patologi ospedalieri era stato vietato di eseguire un’autopsia”. Secondo quanto apprende Novaya Gazeta almeno fino a sabato nessuna autopsia era ancora stata eseguita. “A questo punto i pareri sono discordi”, ha aggiunto il paramedico.

“Alcuni hanno detto che da Mosca era arrivato l’ordine di attendere l’arrivo degli specialisti dalla capitale, mentre altri hanno detto che gli stessi medici dell’ospedale si erano rifiutati di eseguire l’autopsia. Il caso è politico e non è chiaro come andrà a finire.

E se si esegue un’autopsia e si riceve l’ordine diretto di cambiare il risultato, non se ne può uscire. E si può essere anche incolpati. Ma se non c’è stata l’autopsia, non c’è nessuno a cui chiedere”.  Secondo il quotidiano tedesco Bild tra Mosca, Washington e Berlino sarebbe stato in programma uno scambio di prigionieri.

Putin voleva Vadim Krasikov, l’agente responsabile dell’omicidio di Tiergarten, di cui fu vittima il 23 agosto del 2019 nel parco berlinese il dissidente georgiano-ceceno Zelimchan Kangoshvili. Si discuteva, scrive la Bild, della possibilità che Putin liberasse in cambio il dissidente Navalny che però sarebbe morto poco prima di un suo possibile rilascio.

Il ministro della Giustizia tedesco, Marco Buschmann, ha chiesto a Mosca di consegnare il corpo del dissidente Alexei Navalny, per consentire un esame indipendente sulle cause della sua morte. “I leader russi devono avere questo minimo gesto di rispetto nei confronti del defunto Navalny e della sua famiglia, dopo averlo negato all’attivista mentre era in vita”. “Solo con un’indagine indipendente – ha aggiunto- si potrà stabilire, a beneficio dell’opinione pubblica mondiale e del popolo russo, ciò che il mondo intero già sa: Putin ha ucciso Navalny, direttamente, o indirettamente attraverso le condizioni della sua detenzione”.

Piazza del Campidoglio accoglierà oggi alle 18.30 una fiaccolata in memoria di Alexei Navalny. “Sarò in piazza anche io al fianco di tutti coloro che difendono i valori della democrazia, della libertà, dei diritti civili” ha scritto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri su X. L’iniziativa è stata lanciata sempre via social da Carlo Calenda e via via ha raccolto le adesioni sia dei partiti della maggioranza che dell’opposizione. In piazza scenderanno anche i sindacati confederali.

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