Quando la Maga Circe trasformò l’imbarcazione di Ulisse in uno scoglio: la leggenda della “nave di Serapo”

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Nave di Serapo
Nave di Serapo. Credits: Mapio.net.

Gaeta è articolata in due grandi quartieri: uno di questi è Serapo, che fa parte del promontorio di Fontania e comprende una spaziosa e famosa spiaggia che guarda il Tirreno da nord. Proprio da quella riva è possibile notare uno scoglio roccioso che spunta dal mare: è la cosiddetta “nave di Serapo“, vero e proprio simbolo della città e protagonista di tantissime leggende locali.

Un’oasi marittima naturale – Quella di Serapo è considerata come la spiaggia dei cittadini, immersa nel pieno della vita urbana, comoda, ampia, pulita e facilmente raggiungibile. A sud è chiusa dal Monte Orlando e dal Santuario della Montagna Spaccata; a nord, da un promontorio parallelo e più basso ricco di insenature. D’estate è meta di tantissimi turisti che la affollano alla ricerca dell’arenile libero o del lido privato perfetto.

In questo scenario che può sembrare del tutto comune e moderno, un piccolo spuntone di roccia è capace di attirare su di sé tutta l’attenzione: la “nave di Serapo” – chiamata così proprio perché la sua forma ricorda vagamente un vascello, soprattuttutto in giornate ventose in cui la sagoma si confonde tra le onde – è un piccolissimo sito biologico d’interesse che, ogni anno, accoglie appassionati di fotografia naturalistica e subacquei in esplorazione, soprattutto neofiti alle prime armi che necessitano di fondali bassi.

Più che di uno scoglio potremmo parlare di un micro-isolotto, “residenza” di molluschi, nudibranchi, gamberi, granchi e pesci di specie variegate. È il versante che guarda al mare aperto quello più interessante: seguendo i canaloni nella roccia, ci si può imbattere in un piccolo plateau roccioso (in gaetano detto prana) rivestito da alcune piante acquatiche di posidonia e abitato, in genere, da polipi, ostriche cementate nel substato roccioso, una colonia di margherite di mare, un simpatico pesce lucertola avvistato spesso negli ultimi anni e altri pesci di medie dimensioni; d’estate è anche facile notare lunghe catene di lepri di mare in accoppiamento.

Ma la fauna marina è anche più ricca di così. Con l’aumento progressivo della tempertura del Mediterraneo, infatti, non è raro ritrovarsi davanti delle specie tropicali, come il granchio Percnon gibbesi che ha fatto qualche apparizione nel vecchio e nel nuovo millennio: un animale che proviene, addirittura, da coste atlantiche e pacifiche.

Insomma, il circondario della “nave di Serapo” appare in tutti i contorni di una mini oasi naturale, tanto che i gaetani hanno l’abitudine di andarci a trascorrere del tempo – soprattutto in bassa stagione, per godersi la pace assoluta – sin da bambini.

Nave di Serapo
Nave di Serapo. Credits: pagina Facebook “Mito Mistero e Magia”.

Miti e leggende – Ci sono tantissime leggende che ruotano intorno a questo piccolo ammasso roccioso.

Cominciamo con quella che riguarda Ulisse e la sua Odissea. Come abbiamo visto quando abbiamo studiato tutte le tappe del suo viaggio, la sua permanenza in zona Circeo (il cui promontorio è stato identificato come l’Isola di Eea) è durata circa un anno: la Maga Circe trasformò i suoi uomini in porci e gli dette un figlio (c’è chi dice due); per evitare che il suo amato ripartisse, inoltre, avrebbe trasformato la sua nave in uno scoglio.

Un’altra versione di questo mito afferma che la nave mutata in roccia sarebbe quella dei Feaci (popolo di navigatori della mitologia greca), di passaggio al ritorno da Itaca dopo aver accompagnato Ulisse; artefice, ovviamente, sarebbe sempre Circe, travolta da sentimenti di delusione, tradimento e abbandono.

Ma ci sono anche racconti di tipo diverso che vengono tramandati intorno a questo luogo. Secondo uno di questi, la “nave di Serapo” non sarebbe altro che una nave pirata colpita da una maledizione divina per aver trasportato oggetti sacri rubati ad una chiesa durante un saccheggio. Un altro, invece, afferma che la maledizione avrebbe colpito un’imbarcazione colpevole di non aver reso onore al passaggio davanti al Santuario della Montagna Spaccata (era usanza emettere degli spari), a sua volta al centro di un’altra importantissima leggenda che lo lega, addirittura, al momento della morte di Cristo.

La verità si confonde con il mistero e con la tradizione popolare, ma una cosa è certa: per i marittimi gaetani degli anni ’50, la “nave di Serapo” era la nave migliore di Gaeta!

Nave di Serapo.
Nave di Serapo. Credits: naviearmatori.