La ‘Ndrangheta in Veneto, con le sue ramificazioni e le infiltrazioni nell’economia sana. Un’operazione della Dda di Venezia e della Guardia di finanza ha condotto oggi a tre arresti e a un sequestro da 9 milioni di euro.
Complessivamente sono però 4 le misure cautelari eseguite oggi nell’operazione contro gli indagati, attivi nel settore dell’edilizia e ritenuti vicini alla cosca Arena-Nicoscia. I provvedimenti del Gip di Venezia sono stati eseguiti nelle province di Verona, Mantova e Trento.
In particolare, tre soggetti sono stati raggiunti da misura di custodia cautelare in carcere, mentre un quarto uomo è stato sottoposto ad obbligo di dimora presso il comune di residenza. A loro sono contestati reati tributari, con particolare riferimento all’emissione e utilizzo di false fatturazioni, riciclaggio e autoriciclaggio, aggravati dall’aver commesso tali reati con metodo mafioso.
L’operazione odierna fa seguito a indagini dell’Antimafia circa l’operatività di un sodalizio criminale di stampo ‘ndranghetistico dedito alla commissione di numerosi delitti. Una società gestita dai tre arrestati anche oggi era stata usata per emettere fatture per operazioni inesistenti di cui erano beneficiarie altre imprese riconducibili ad esponenti della ‘Ndrangheta in Veneto e ed Emilia Romagna.
L’operazione più recente ha stanato altre società “amiche” interessate a lavori edili anche nell’ambito di appalti pubblici.
“Le successive verifiche svolte – spiegano le fiamme gialle -, avvalorate anche dalle dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia, hanno determinato l’apertura di un nuovo procedimento penale e l’esecuzione di complessi accertamenti bancari nei confronti di società esecutrici di lavori pubblici.
Tali rinnovate indagini, delegate dalla Procura di Venezia, in modo sinergico, alla Direzione Investigativa Antimafia e alla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Verona, sono state orientate all’attività di infiltrazione nel settore dell’edilizia in Veneto da parte di strutture locali di ‘ndrangheta afferenti, in particolare, alla cosca Arena-Nicoscia, operante a Isola di Capo Rizzuto, in provincia di Crotone”.
Come spiegato dalle fiamme gialle, inoltre, i flussi finanziari prodotti dalla ‘Ndrangheta in veneto e nelle altre regioni del Nord confluivano poi nelle casse di società calabresi, collegate ai vertici della criminalità organizzata.