Troppo spesso si confonde la storia di Casa Savoia e del Regno con quella dell’Italia. E’ opportuno quindi, per realtà storica “ripassare” alcuni avvenimenti che hanno dato origine all’unificazione nazionale Italiana e alla proclamazione del Regno, avvenuta il 17 marzo 1861, che durò sino a giugno 1946, col cambiamento istituzionale e l’esilio dell’ultimo Re d’Italia. Casa Savoia. È (fu) una delle più antiche famiglie nobili d’Europa datata in Borgogna (Francia) nel X° secolo e feudo Contea di Savoia.
Nel secolo XVI° i Savoia, spostarono i propri interessi territoriali verso le Alpi e l’Italia, da Chambèry a Torino. L’ultimo sovrano del ramo principale fu Carlo Felice, nato a Torino il 6 aprile 1765 e morto a Torino il 27 aprile 1831, senza eredi. Gli succedette Carlo Alberto del ramo Savoia Carignano incoronato il 25 aprile 1831, fu il padre di Vittorio Emanuele II° primo re d’Italia detto il Galantuomo e Padre della Patria. Alla sua morte, avvenuta nel gennaio 1878, gli successe il figlio Umberto I° detto il Buono, assassinato nel 1900. Ereditò il Regno il figlio Vittorio Emanuele III° che abdicò il 9 maggio 1946 a favore del figlio Umberto II°, che fu l’ultimo sovrano di Casa Savoia. Durante il ventennio del governo di Benito Mussolini, la dinastia dei Savoia con Vittorio Emanuele III° ottenne la corona imperiale d’Etiopia e di Albania nel 1936. Nel 1941, sino al 1945 col Duca Aimone di Savoia, la corona di Croazia.
Umberto II di Savoia è stato luogotenente del Regno d’Italia dal 1944 al 1946 e ultimo re d’Italia, dal 9 maggio al 18 giugno 1946, data in cui fu ufficializzato il risultato del referendum istituzionale del 2 giugno, sebbene già dal 13 giugno il consiglio dei ministri avesse trasferito ad Alcide De Gasperi, con un gesto che Umberto II definì rivoluzionario, le funzioni accessorie di Capo provvisorio dello Stato. Per il breve regno, è anche detto “Re di Maggio”.
Nel 1947, la nuova Costituzione della Repubblica Italiana nella XIIIa Disposizione Transitoria approvata il 5 dicembre 1947 con 214 voti a favore e 145 contrari, dichiarò l’esilio degli ex-re e dei loro discendenti maschi. Successivamente in vista della cancellazione della disposizione, Vittorio Emanuele e suo figlio Emanuele Filiberto di Savoia giurarono per iscritto ” fedeltà alla Costituzione repubblicana e al nostro Presidente della Repubblica”. Rinunciando a qualsiasi pretesa dinastica.
Il Monumento a Vittorio Emanuele II, meglio conosciuto con il nome di Vittoriano o Altare della Patria, Ara Patriæ è un Monumento situato a Roma, sul Campidoglio, opera dell’architetto Giuseppe Saccon ed è uno dei simboli patri italiani.
Nota 1. La data di fine regno, risulta arbitraria perchè, la Repubblica venne dichiarata il 18 giugno 1947 e sino al 13 il Re agì di diritto e di fatto, da Capo dello Stato. Lasciò l’Italia nello stesso giorno, ma non abdicò.
Nota 2. Nel 1902, l’ A.C. Associazione Calcio Vicenza (nella foto la prima squadra) ora Vicenza Calcio s.p.a. adottò i colori di casa Savoia croce bianca su campo rosso per le maglie della squadra. I colori non sono quelli dell’attuale blasone o stemma della nostra città.