La Caritas diocesana ha fatto proprio l’impegno di aiutare gli “ultimi” con tutti i mezzi a disposizione. Spiega il coordinatore Lorenzo Facco: «Sono molti i giovani che dormono da noi che avrebbero i soldi per pagare un affitto, ma non trovano persone disposte a mettere a disposizione la propria casa, in particolare se il lavoro è precario. In più ci sono le caparre da anticipare e il compenso per l’agenzia immobiliare».
Nel 2018, a Casa San Martino hanno pernottato 420 uomini e 8 donne. La struttura di ricovero notturno è aperta tutto l’anno con 65 posti letto. In totale lo scorso anno Caritas ha offerto 17.929 pernottamenti.
«In strada ci sono sempre più storie che partono dalla normalità – sottolinea il direttore don Enrico Pajarin -. Basta uno sfratto o un investimento andato male».
Le richieste principali sono una stanza al coperto, una doccia, una lavatrice per gli abiti sporchi, un cambio pulito, servizi che l’ente diocesano offre a Casa Santa Lucia, in via Pasi. Ma c’è anche chi chiede una bicicletta o l’abbonamento per l’autobus per recarsi al lavoro, sopratutto nella zona di Chiampo e Montorso. «Sono persone, prima di tutto, che hanno bisogno di relazione» continua il direttore. La mensa è il primo filtro, il più importante per agganciare le persone in difficoltà. Nel 2018 il servizio mensa di Caritas a Casa Santa Lucia è stato aperto 215 giorni, di cui 151 feriali e 64 festivi. Complessivamente sono stati distribuiti 19.534 pranzi e 8.570 cene. Il servizio è garantito dalla presenza di una cuoca e di 508 volontari che si alternano.
A casa Santa Lucia il lavoro dei volontari è fondamentale anche nei servizi di ascolto, accompagnamento e segretariato sociale. Nel 2018 sono stati effettuati 4.647 interventi (una media di 18 al giorno) per un totale di 618 persone incontrate, per una o più volte, in percorsi formativi e individuali con corsi e laboratori occupazionali.
«Per le visite mediche – conclude Facco – collaboriamo con l’associazione “Salute solidale” che offre assistenza anche a chi non ha i documenti e quindi è sprovvisto di medico di base».