Dopo l’ennesimo, tragico femminicidio a Troina, nell’Ennese, dal 1° gennaio al 15 giugno le donne uccise in totale sono 54, di cui 44 vittime di femminicidio (qui altri episodi nel 2022, ndr). Giampaolo Zanni, Segretario generale Cgil Vicenza, e Lidia Lazzaretto, Responsabile delle politiche di genere CGIL Vicenza, ricordano le 44 donne che “hanno perso la vita per mano di mariti, compagni, fidanzati, spesso in nome di un qualcosa definito amore ma che di certo amore non è“.
Eppure c’è chi prova a trovare motivazioni in qualche modo a tutela di chi uccide
“Non possiamo accettare in alcun modo che si giustifichi un omicidio con una narrazione che colpevolizza la vittima, che lo sia per femminicidio o per violenza, non possiamo accettare una cultura che giustifica il carnefice perché innamorato, addirittura troppo innamorato o con attenuanti che spostano la responsabilità di violenze e omicidi sulla vittima“.
Ma cresce il numero di questi buonisti a senso unico che dimenticano le donne uccise, anche per le “esibizioni” nei talk o in editoriali saccenti dei soliti tuttologi.
“È ora di rompere questi racconti e di riconoscere alle donne il diritto all’autodeterminazione, alla dignità ed la loro sacrosanto facoltà di compiere le proprie scelte senza dover temere per la propria vita o di divenire vittime di violenza”.
Ogni tipo di violenza è ingiustificabile e, quindi, non esistono attenuanti per i carnefici?
“Ricordiamo che la Costituzione all’art. 3 è molto chiara: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali» e aggiungiamo noi, senza se e senza ma!”