Voghera bum bum Assessore leghista uccide marocchino. E la strategia social di Salvini va in cortocircuito
di Salvatore Merlo
I magistrati che accusano Cartabia e Draghi di essere nemici della democrazia andrebbero lodati per aver ammesso che il giustizialismo è contro la Costituzione. Appunti allegri per la brigata Gratteri
di Claudio Cerasa
Editoriali
- L’insensato no di Fico al Green pass. Da grande nemico della “Casta” a difensore del suo più inutile “privilegio”
- Un referendum sull’Orbanexit. È il momento di chiedere a ungheresi e polacchi se vogliono stare dentro o fuori
- Poche ironie sul Bezos spaziale, please. Il volo di mr Amazon ricorda le grandi lezioni dei miliardari illuminati
- L’auto trappola di Letta sullo Zan. L’intransigenza del Pd sul ddl è spiegabile solo con i calcoli machiavellici
Altro che Vatileaks, siamo entrati nell’èra del ricatto perenne alla Chiesa
Spiare lo smartphone di un monsignore per farlo dimettere. Il metodo usato contro Jeffrey Burrill, il segretario generale della Conferenza episcopale americana, pone diversi interrogativi
di Matteo Matzuzzi
Fenomenologia del prof. no vax: malmostoso, scontento, piagnone. Parla Lodoli
Non sono tutti, ma perché rimangono ancora 200 mila professori che non si vaccinano? “Sono i professori recalcitranti, obbligarli non serve. Sarebbe peggio. Sono una zona di permanente malumore. Meglio convincerli con Kant”. Parla lo scrittore-professore Marco Lodoli
di Carmelo Caruso
Christine Lagarde oggi avrà il difficile compito di convincere gli investitori della capacità e della determinazione della Banca centrale europea di mettere in opera la sua nuova strategia, due settimane dopo che il Consiglio dei governatori ha approvato all’unanimità il nuovo obiettivo di inflazione del 2 per cento e la possibilità di tollerare livelli più alti quando opera come ora in periodo di bassi tassi e bassa inflazione. Nessuno si aspetta una brusca marcia indietro sugli acquisti di titoli pubblici del PEPP, il programma lanciato per contrastare la pandemia. E nemmeno rialzi improvvisi dei principali tassi. Al contrario. L’aspettativa è che la nuova strategia sia il preludio di un periodo prolungato di sostegno monetario all’economia. Ma gli occhi di tutti sono puntati sulla cosiddetta “forward guidance”, cioè le indicazioni prospettiche che forniscono le informazioni sulle future intenzioni della Bce.
Presentando la nuova strategia, Lagarde ha spiegato che il testo del suo intervento e le indicazioni prospettiche saranno molto diverse (e più brevi) rispetto al passato. Gli analisti si aspettano che il nuovo obiettivo di inflazione spingerà la Bce a segnalare con la “forward guidance” un periodo più lungo di tassi sotto zero e acquisti di titoli pubblici. Questo non necessariamente significa che il PEPP – il programma di acquisti dedicato alla pandemia – sarà prolungato oltre l’attuale data di scadenza di marzo 2022. Una revisione del PEPP è attesa a settembre, quando ci saranno le prossime previsioni economiche della Bce. Secondo alcuni analisti, il Consiglio dei governatori potrebbe lasciare intendere un maggiore utilizzo del programma di acquisti ordinario, l’Asset Purchase Programme (l’APP), che attualmente è limitato a 20 miliardi di euro al mese ed è più rigido del PEPP. Il governatore della Banca centrale del Portogallo, Mario Centeno, si è detto favorevole a trasferire la flessibilità del PEPP all’APP.
Gli ultimi dati Eurostat sull’inflazione (1,9 per cento a giugno) hanno ridato voce al campo dei falchi della politica monetaria. Ieri è stato l’ex presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, a dire a Bloomberg che l’aumento dell’inflazione è “molto molto importante” in particolare negli Stati Uniti e dunque servono “vigilanza e grande attenzione”. Secondo Trichet, nessuna banca centrale può permettersi di lasciare “galoppare” l’inflazione, a meno di non perdere la sua credibilità. Ma anche le colombe hanno fatto sentire la loro voce. “Gli effetti della pandemia non sono ravvisabili solo nella volatilità dei mercati, ma anche nell’abilità di tornare all’obiettivo del 2 per cento”, ha detto il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco alla CNBC negli scorsi giorni. “Di conseguenza, fino a quando non ci avviciniamo in qualche modo a quel target, credo che dovremo mantenere in essere tutti i nostri strumenti”, ha spiegato Visco.
In un’intervista al Financial Times, Lagarde ha spiegato di non farsi “illusioni che ogni sei settimane avremo consenso unanime e accettazione universale” da parte dei governatori perché “ci saranno alcune variazioni, alcuni posizionamenti leggermente diversi”. Paradossalmente la variante Delta può aiutare la presidente della Bce a trovare un consenso. Data l’incertezza che pesa sull’economia, a causa della possibilità di reintrodurre restrizioni, il Consiglio dei governatori potrebbe limitarsi a qualche ritocco cosmetico della “forward guidance” e decidere di andare in vacanza rinviando a settembre il vero dibattito sul futuro della politica monetaria della Bce.
Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di giovedì 22 luglio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
Avviso ai nostri lettori: con le istituzioni europee che stanno andando in vacanza (il Parlamento europeo, la Corte di Giustizia e la Corte dei conti lo hanno già fatto venerdì) questa sarà l’ultima settimana di Europa Ore 7 prima di una pausa estiva. Ci ritroveremo in settembre.
Orbán annuncia un referendum contro l’Ue (e i diritti Lgbt) – Il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, ieri ha annunciato un referendum sulla legge anti-Lgbt, dopo che la Commissione ha avviato una procedura di infrazione sulle misure che assimilano l’omosessualità alla pedofilia. “Bruxelles ha chiaramente attaccato l’Ungheria nelle ultime settimana sulla legge di protezione dei bambini”, ha detto Orbán in un videomessaggio su Facebook: “La legge ungherese non permette propaganda sessuale negli asili, nelle scuole, nei programmi televisivi e nella pubblicità. Bruxelles ora chiede modifiche” perché “disapprova il fatto che non permettiamo ciò che si fa già in Europa occidentale, dove militanti Lgbt visitano gli asili e le scuole e fanno lezioni di educazione sessuale. Vogliono farlo anche in Ungheria ed è la ragione per cui i burocrati di Bruxelles ci minacciano”, ha detto Orbán: “Questo è abusare del loro potere. Il futuro dei nostri bambini è in gioco e non possiamo lasciar fare a Bruxelles Quando la pressione sul nostro paese è così forte, solo la volontà comune del popolo può proteggere l’Ungheria. Di conseguenza il governo ha deciso di avviare un referendum”, ha annunciato il premier. Sul Foglio Paola Peduzzi spiega che dietro al vittimismo di Orbán c’è un messaggio chiaro: datemi i soldi e sparite.
I cinque quesiti (manipolativi) di Orbán – La mossa di Orbán è abile: giocare la carta del popolo contro l’Ue, con cinque quesiti particolarmente manipolativi. 1) Sei a favore di tenere presentazioni nelle istituzioni educative pubbliche per introdurre i minori a questioni sull’orientamento sessuale senza l’autorizzazione dei genitori? 2) Sei a favore della promozione del cambiamento di genere? 3) Sei a favore di rendere disponibili per i minori trattamenti di cambiamento di genere? 4) Sei a favore che vengano mostrati a minori, senza alcuna restrizione, contenuti sui media di natura sessuale che siano in grado di influenzare il loro sviluppo? 5) Sei a favore che vengano mostrati ai minori contenuti sui media che dimostrano il cambiamento di genere? “Chiedo di dire no a tutte queste domande, come avevamo detto no cinque anni fa quando Bruxelles voleva costringere l’Ungheria ad accettare migranti. All’epoca un referendum e la volontà comune del popolo fermò Bruxelles. Abbiamo avuto successo una volta, e insieme avremo ancora successo”, ha detto Orbán nel suo videomessaggio.
L’altro referendum che l’Ue dovrebbe imporre a Orbán (e Kaczynski) – Il referendum sulla legge anti-Lgbt è solo l’ultima di una serie di provocazioni nell’escalation che contrappone l’Ue all’Ungheria, ma anche alla Polonia. Mercoledì la Commissione ha pubblicato un rapporto sullo stato di diritto che conferma la deriva illiberale e antidemocratica di Budapest e Varsavia. Nel frattempo, l’approvazione dei piani di Recovery di Ungheria e Polonia è sospesa perché i due governi non vogliono impegnarsi ad adottare meccanismi di controllo adeguati sull’uso dei fondi e riforme che garantiscano l’indipendenza della giustizia e la lotta alla corruzione. Con la sfida alla primazia del diritto dell’Ue, in gioco è il funzionamento del mercato unico. In un editoriale Il Foglio spiega che l’Ue farebbe bene a imporre un altro referendum a Viktor Orbán e Jaroslaw Kaczynski: chiedere ai loro elettori se vogliono continuare a restare nell’Ue, con tutti i suoi benefici, oppure uscire per proseguire la deriva illiberale.
BoJo vuole riscrivere il Protocollo nord irlandese dell’accordo Brexit – Il primo ministro britannico, Boris Johnson, ieri ha pubblicato un documento nel quale di fatto chiede di riscrivere il Protocollo su Irlanda e Irlanda del nord dell’accordo Brexit, rinnegando l’intesa che lui stesso aveva firmato alla fine del 2019. Il problema è sempre lo stesso, quello che rischia di provocare la guerra delle salsicce: i controlli sulle merci che dalla Gran Bretagna vanno in Irlanda del nord creano una frontiera interna al Regno Unito e una parte del territorio britannico rimane sotto sovranità europea. Nel documento (un “Command Paper”) Johnson dice che il suo governo ritiene giustificato di attivare l’articolo 16 per sospendere il Protocollo in caso di circostanze estreme, ma che per ora è meglio ricercare un dialogo con l’Ue per soluzioni stabili e durevoli. Il suo ministro per la Brexit, David Frost, è stato più esplicito: la proposta di Londra richiede “cambiamenti significativi al testo del Protocollo”. Secondo Londra, le merci in provenienza dal regno Unito dovrebbero entrare in Irlanda del nord senza controlli e anche se gli standard sono diversi. Inoltre, la Corte di giustizia dell’Ue non dovrebbe avere competenza sul Protocollo. Nel frattempo, Frost chiede all’Ue di prolungare (senza scadenze) tutti i periodi di grazia sull’implementazione del Protocollo.
La Commissione dice “no” a BoJo e Frost – “Abbiamo preso nota della dichiarazione fatta da Lord Frost”, “continueremo a dialogare con il Regno Unito”, “ma non daremo il nostro accordo per un rinegoziato del Protocollo”, ha detto ieri il vicepresidente della Commissione, Maros Sefcovic. La reazione era prevedibile. Sefcovic ha ricordato che l’Ue si è giù dimostrata “flessibile” cercando “soluzioni per superare le difficoltà che i cittadini in Irlanda del nord stanno sperimentando”. Il 30 giugno la Commissione ha accettato la richiesta di prolungare il periodo di grazia sul controllo di alcune merci (tra le altre, la carne fresca) dalla Gran Bretagna all’Irlanda del nord per tre mesi. La guerra delle salsicce era stata evitata. Ma si trattava solo di una tregua. Il documento del governo Johnson dimostra che Londra non ha intenzione di implementare appieno il Protocollo.
Il Parlamento contro BoJo sul Protocollo nord irlandese – “Flessibilità permanenti non sono accettabili”, è stata la risposta del presidente della commissione Esteri del Parlamento europeo sulla Brexit, David McAllister, dopo la pubblicazione del documento da parte del governo di Boris Johnson. “Il protocollo era stato negoziato con difficoltà sotto intensa a pressione politica, per assicurare di minimizzare le perturbazioni e aiutare le comunità e le imprese locali. Non può essere rinegoziato”, ha detto McAllister. In ogni caso, come ha spiegato su Twitter Simon Nixon del Times, c’è un problema di fondo: anche se accettasse di rinegoziare il Protocollo e l’accordo Brexit, perché l’Ue dovrebbe farlo “con un governo guidato da Boris Johnson, un primo ministro che ha dimostrato che non ci si può fidare della sua parola?”.
Accordo tra Stati Uniti e Germania su Nord Stream 2 – Washington e Berlino hanno trovato un accordo sul gasdotto Nord Stream 2. In una dichiarazione congiunta Stati Uniti e Germania assicurano il totale sostegno all’Ucraina e prevedono meccanismi per reagire nel caso in cui Mosca dovesse usare il gas come arma politica. Nord Stream 2 consente alla Russia di esportare il gas direttamente in Germania senza farlo transitare dall’Ucraina, privando Kiev di risorse finanziarie. Inoltre Mosca potrà tagliare con più facilità le forniture all’Ucraina senza rischiare di interrompere i flussi verso l’Europa. Il governo tedesco farà pressioni sulla Russia per rinnovare per 10 anni l’accordo sul transito di gas con Kiev che scade nel 2024. In cambio l’Amministrazione Biden rinuncia all’imposizione di sanzioni contro le imprese tedesche implicate nel gasdotto. Come gesto simbolico Joe Biden riceverà alla Casa Bianca il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, il 30 agosto.
L’amara lezione del memorandum di Budapest per l’Ucraina – A Kiev, di fronte all’accordo tra Stati Uniti e Germania su Nord Stream 2, c’è chi ricorda delle precedenti promesse mancate in termini di garanzie di sicurezza da parte dell’Occidente. Marina Bardina, deputata del partito di Zelensky, ha definito Nord Stream 2 come “un altro novichok politico che crea le condizioni per aumentare l’aggressione militare (russa) contro l’Ucraina. Oggi sentiamo di rassicurazioni che i partner internazionali vogliono offrire all’Ucraina. Ma la storia ci ha già insegnato l’amara lezione del memorandum di Budapest quando l’Ucraina rinunciò alle armi nucleari in cambio delle garanzie di sicurezza. Malgrado il fatto che gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Russia avessero firmato questo memorandum, non hanno impedito al Cremlino di invadere l’Ucraina”, ha ricordato Bardina.
Il 66,5 per cento degli immigrati extra-Ue in Italia è sovraqualificato – Il 66,5 per cento dei cittadini non-Ue che lavorano in Italia è sovraqualificato rispetto al lavoro che svolge, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat relativi al 2020. L’Italia è al secondo posto per presenza di immigrati extra-Ue sovraqualificati nell’Ue, dopo la Grecia (71,6 per cento) e davanti a Spagna (57,1 per cento)e Cipro (55,9 per cento). La media dell’Ue nel caso di migranti extracomunitari è nel 41,4 per cento. L’Italia ha anche la più alta quota di lavoratori con nazionalità di altri paesi dell’Ue sovraqualificati (47,8 per cento), davanti a Cipro (47,7 per cento) e Spagna (47,2 per cento). La media nell’Ue nel caso di migranti intra-comunitari è del 32,4 per cento. In Italia il tasso di lavoratori con nazionalità italiana sovraqualificati è del 18,0 per cento contro una media dell’Ue del 20,8 per cento. Il Lussemburgo è il paese con i tassi i tassi di lavoratori sovraqualificati più bassi: 3,2 per cento per i nazionali, 3,5 per cento per i cittadini di altri paesi dell’Ue e 10,8 per cento per gli immigrati extra-Ue. Secondo i dati di Eurostat, nell’Ue le donne tendono ad essere più sovraqualificate degli uomini a prescindere dalla loro cittadinanza.
L’Italia ha il record di gender gap per i lavoratori sovraqualificati – Secondo i dati di Eurostat, l’Italia ha anche il risultato peggiore dell’Ue in termini di “gender gap” sui lavoratori sovraqualificati, che mostra la propensione delle donne ad accettare posti di lavoro al di sotto delle loro qualifiche. In Italia i lavoratori italiani sovraqualificati sono il 14,2 per cento (contro il 20,2 per cento della media dell’Ue) mentre le lavoratrici italiane sovraqualificate sono il 21,1 per cento (contro il 21,2 per cento della media dell’Ue).
Più di metà degli europei in sovrappeso, ma in Italia “solo” il 46 per cento – Il 53 per cento dei cittadini europei è considerato sovrappeso, secondo i dati di un sondaggio pubblicati ieri da Eurostat relativi al 2019 e basati sull’Indice della massa corporea. Il 45 per cento degli europei ha un peso normale, mentre il 3 per cento è considerato sottopeso. Tra i sovrappeso, il 36 per cento è pre-obeso e il 17 per cento obeso. L’Italia è il paese che registra meno adulti in sovrappeso nell’Ue con il 46 per cento, seguita da Francia (47 per cento) e Lussemburgo (48 per cento). I tassi più alti sono stati registrati in Croazia e a Malta con il 65 per cento degli adulti in sovrappeso. In generale, il livello più basso di persone sovrappeso nell’Ue è stato registrato tra le persone tra i 18 e i 24 anni (25 per cento) e sale con l’età fino a raggiungere il 66 per cento tra i 65 e i 74 anni. Solo tra gli oltre i 75 anni si registra un lieve calo con il 59 per cento. Eurostat ha individuato anche un trend sulla base del livello istruzione: il 59 per cento delle persone sovrappeso ha titoli di studio bassi, il 54 per cento medi e il 44 per cento alti.
Accade oggi in Europa
- Bce: conferenza stampa della presidente Lagarde al termine della riunione del Consiglio dei governatori
- Consiglio: riunione informale dei ministri per gli Affari europei
- Consiglio: riunione informale dei ministri dell’Industria
- Commissione: il vicepresidente Timmermans partecipa alla ministeriale del G20 su Clima e energia (fino al 23 luglio)
- Commissione: il commissario Hahn in visita a Milano e Roma incontra Mario Monti, Beppe Sala e il ministro Daniele Franco
- Commissione: il commissario Gentiloni incontra in videoconferenza il direttore delle Dogane Marcello Minenna
- Eurostat: dati sul debito e il deficit del primo trimestre