Newsletter L’Espresso, Bella sul filo: vince nel calcio e nella musica ma l’Italia stenta tra licenziamenti, servizi in dissesto, diritti negati

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L'Espresso, bella sul filo
L'Espresso, bella sul filo

(Il nuovo numero in edicola e online da domenica 18 luglio, a cura di Angiola Codacci-Pisanelli, da L’espresso)Il tratto di Mauro Biani è inconfondibile. Il tricolore del vestito anche. La ragazza disegnata sulla copertina del nuovo numero dell’Espresso è l’Italia: “Bella sul filo”, la definisce lo strillo. Perché malgrado le vittorie nel calcio e nella musica, il Paese si regge a stento in equilibrio per colpa di problemi vecchi e nuovi: licenziamenti, servizi in dissesto, diritti negati. L’Italia post-Covid c’è, lo Stato ancora no.

E gli italiani sono sospesi come l’Italia di Biani sul filo fragile della democrazia: lo spiega Marco Damilano nel suo editorialelo mostra Diego De Silva con un racconto dolceamaro, lo sottolinea Luca Bottura con un commento pungente, lo ricostruisce Sabina Minardi collegando Berrettini e Khaby Lame, Cecilia Alemani e i Maneskin. E intanto si guarda alle Olimpiadi, dove l’Italia si presenta per la prima volta in equilibrio tra atleti e atlete (di Gianfrancesco Turano) e la “Nazionale dei rifugiati” diventa sempre più numerosa e competitiva (di Gigi Riva).

Terza e ultima puntata per lo speciale sui vent’anni dal G8 di Genova firmato da Simone Pieranni: questa settimana mette a fuoco i fatti di Bolzaneto, caserma trasformata in carcere d’emergenza in stile cileno, e l’importanza di Indymedia, rete di informazione online che fu fondamentale nel denunciare le violenze. Intanto la giudice Elena Daloiso difende l’inchiesta su Carlo Giuliani e Giulio Calella di Jacobin discute con Damilano sulle colpe della sinistra dopo la repressione del movimento no-global.

Nel Paese, Grillo e Conte fanno pace guardando a Palazzo Chigi e al Quirinale (di Carlo Tecce) mentre i Comuni del Sud, grandi esclusi dai fondi del Pnrr, corrono verso il fallimento (di Antonio Fraschilla). Nel mondo, un muro di gomma ostacola le indagini sull’esplosione di Beirut (di Alberto Stabile), mentre una barriera d’acciaio anti-migranti divide la Grecia dalla Turchia (di Elena Kaniadakis).

Altan sbeffeggia i cambiamenti epocali del mondo post-Covid, Makkox dedica a Giorgia Meloni la sua mini-graphic-novel settimanale, Michele Serra festeggia l’arrivo della “variante azzurra”, Michela Murgia denuncia la “violenza machista” scatenata dal tifo. E Gigi Riva invita a meditare sulla parla della settimana: caldo.

 

In chiusura, Edoardo Albinati presenta la sua “Divina Commedia dei coatti” mentre Caterina Bonvicini intervista Jhumpa Lahiri, Paolo di Paolo racconta Indro Montanelli, Fabio Ferzetti indaga su Marco Tullio Giordana. E Alan David Scifo spiega come è nata l’estetica del non finito che ha trasformato in opere d’arte le cattedrali nel deserto della Calabria.