Vi informiamo a seguire* sulle “ultime” da, su e “contro” Nicola Borzi, il collega da tempo nel mirino del “sistema” (leggi, ad esempio, “I servizi e Banca Nuova (Palermo) ex BPVi, Nicola Borzi si sente in pericolo: pubblichiamo tutto: è la sua polizza sulla vita!“) per il solo fatto di volerlo raccontare .
Avrete modo di conoscere direttamente Nicola con il suo collega Francesco Bonazzi, con Renzo Mazzaro e con chi vi scrive lunedì 11 marzo dalle 17.30 al teatro S. Marco di Vicenza: per “completare” nel modo migliore i tredici anni di attività di VicenzaPiù abbiamo, infatti, organizzato una tavola rotonda sul tema “Libertà di stampa. La prima delle fake news, Il caso banche, tra blandizie e intimidazioni” come da programma seguente:
Data 11 marzo ore 17.30 – 19.30
Luogo Teatro S. Marco di Vicenza (490 posti)
Titolo: “Libertà di stampa, la prima delle fake news. Il caso delle banche tra blandizie e intimidazioni”
Moderatore: Giovanni Coviello
Ma ecco alcuni degli ultimi, preoccupanti, post di Nicola Borzi sul suo profilo Facebook.
A) 25 febbraio 2019, ore 13.30
Gli ultimi 10 giorni, dal 14 febbraio a ieri sera alle 20.30, io e mia moglie Francesca li abbiamo trascorsi a Roma per esigenze famigliari.
Durante questi giorni, in data e orari ignoti, uno ma più probabilmente più sconosciuti sono entrati in casa nostra, senza effrazione, dove hanno lasciato segni evidenti e inequivocabili del loro passaggio chiaramente identificabili solo da me e mia moglie attraverso la comparazione degli ambienti attuali con nostre fotografie immediatamente antecedenti al nostro soggiorno romano. Hanno alterato oggetti in modo evidente e inequivocabile, asportandone parti (che non abbiamo rinvenuto) e modificandone altre in modo che ne restasse traccia e che non si potesse immaginare una modifica casuale, bensì solo causale.
Niente di valore e niente di documentale ci risulta sino a ora sottratto o mancante.
Perché?
Ci tenevano forse a farci sapere che sono passati per casa nostra?
B) 25 febbraio 2019, ore 18.36
Tutti i miei archivi digitali sono condivisi fisicamente e digitalmente con più persone che ne detengono più copie, ne hanno le chiavi e sanno cosa farne, su server online privati e di istituzioni pubbliche che ne sono gli ospiti, su device offline periodicamente aggiornati sapientemente collocati in molte mani amiche.
Le mie attività di giornalista investigativo, le ipotesi su cui lavoro, i contatti, le piste sono noti a un pool di colleghi fidati e molto esperti, di testate diverse, costantemente informati.
Potete visitare casa mia, mettere captatori nel mio cellulare e sui miei pc, piazzare cimici in auto e in casa. Fate pure i vostri giochetti.
Io non ho niente da nascondere. Non ho alcun segreto da coprire, vizio da occultare, scheletro nell’armadio da celare.
Non c’è niente che io sappia che non ho già scritto.
Io non ho paura.
C) 28 febbraio 2019, ore 13 circa
Se la mia vita dovesse finire oggi, al netto di chi lascerei qui (e non è affatto poca cosa, al contrario è l’ancora più vera forte e duratura che ci sia) il mio bilancio come essere umano sarebbe in grandissimo attivo.
Economicamente non possiedo molto, anzi a dire il vero poco o niente. Ma non m’importa, non ci ho mai fatto caso, non era il mio scopo per l’esistenza.
Ho avuto in dono ciò che più è contato per me: c’è chi mi ha donato amore, bellezza, passione.
Ho ricevuto dal Cielo una mente funzionante, la possibilità di studiare sempre e uno spirito curioso per usare al meglio intelletto e cultura. Ho letto, scritto libri e sui giornali, ho viaggiato.
Ho potuto ammirare quanto di più meraviglioso sia in natura e le vette della creatività umana.
Mi son scelto le mie guerre e le mie battaglie e le ho combattute sino in fondo anche quando sapevo di non poterle vincere, per restare fedele a me stesso.
Mi ritengo un uomo interiormente libero. Ciò è fonte di una serenità che ho sempre desiderato.
È più di quanto avrei osato sognare per me.
Accada ciò che deve accadere, posso solo rendere grazie alla Provvidenza e a chi mi ha donato tanto o poco di sé.