“Sui vaccini sta saltando il patto sociale. In questo clima se inventassero la penicillina oggi la gente sui social network direbbe che la muffa non se la inietta. I leghisti che vanno in piazza contro il Green Pass? Mi rifiuto di pensare che sia la nostra linea“. Così il presidente della Regione Veneto Luca Zaia in un’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera commenta le manifestazioni recenti contro il “lasciapassare” obbligatorio necessario per il momento, dal 5 agosto, per mangiare seduti ai tavoli interni al ristorante, andare a concerti, matrimoni, mostre, grandi eventi, e forse presto anche per viaggiare in aereo, treno, bus o anche per non perdere il posto di lavoro. Se da un lato l’alleato di governo Fratelli d’Italia con un esponente veneto di spicco come l’eurodeputato Sergio Berlato non solo critica il Green Pass ma afferma di non volersi vaccinare contro il Covid, dall’altro il governatore leghista esprime posizioni in un certo senso filogovernative, in linea con le indicazioni del ministero della Salute, dell’Iss, dell’Oms, del Cts. Va detto però per dovere di cronaca che essere contro il Green Pass non significa automaticamente essere no vax: molte persone che criticano il “passaporto sanitario” o le sospensioni del personale medico-sanitario sono vaccinate.
“La Lega è sempre stata un partito dalla composizione sociale variegata, ci sta che qualcuno non la pensi come te – aggiunge Zaia nell’intervista al Corriere -. Detto questo, non mi risulta che il partito abbia deciso di rinnegare l’attività dei propri sindaci, amministratori, presidenti. Un discorso è discutere legittimamente sull’obbligatorietà, come fa il segretario Salvini. Altra cosa è farsi portatori di una linea in cui io assolutamente non mi identifico. E mi rifiuto di pensare che sia quella del partito“. Insomma la tendenza, un tempo tipica della sinistra e poi del Movimento 5 Stelle, ad essere contemporaneamente “di lotta e di governo” riguarda oggi anche la Lega sul tema Covid, un tema sanitario che diventa politico, come se le idee sull’Aids o sui tumori fossero di destra o di sinistra: semmai è la gestione della Sanità, in generale, che può essere un tema politico con diverse visioni tra chi e come sostiene la sanità pubblica, chi e come quella privata, chi taglia la medicina di territorio, chi e come cerca di sopperire alla carenza di infermieri, etc. Salvini e Meloni si vaccinano, ma strizzano l’occhio a chi protesta in piazza, per chiari scopi elettorali. Zaia, che non è in perenne campagna elettorale, può permettersi di essere pragmatico ma soprattutto intellettualmente onesto, dicendo ciò che pensa senza preoccuparsi dei sondaggi.